DIRITTO ALLA TRISTEZZA

Oggi, come da un paio di mesi a questa parte sono triste. E lo sanno tutti. Come sanno che non sono triste ad catzum. No. Sono triste per svariati motivi molto validi e molto gravi e uno di questi, lo dico è che Gilda sta morendo. Però siccome è arzilla e non mi è stato detto quanto tempo ci resta io dovrei essere … meno triste? fare finta di nulla? Non ne ho idea… Fatto sta che se oso essere triste poi mi viene detto ” eh ma dai oggi sta bene!”

Ma sti gran cazzi?!

Ma posso essere triste fare schifo? Posso non dovermi vergognare di dire che piango tutti i giorni? Invece no, quasi non si deve dire, come se la tristezza fosse qualcosa di sporco, da nascondere…. shhh non si deve dire, che poi gli altri chissà cosa pensano! Ma cosa c’è da pensare? cosa c’è da giudicare nelle emozioni di qualcun altro? Davvero non me lo spiego, anzi lo trovo assurdo,e credo che tutto sto tabù per la povera tristezza sia dovuto da una sola ragione: siamo a disagio con la tristezza degli altri. Non sappiamo come comportarci, cosa dire…perché in questa società malata se non sei produttivo sei inutile…Beh vi illumino io: non dovete fare un cazzo! Non si risolve la tristezza, la si accoglie, se volete potete esprimere solidarietà, o dare una pacca sulla spalla. O semplicemente, anziché cambiare argomento facendo sentire male chi è già triste, stare zitti e non fare nulla. Tanto cosa volete che cambi? Niente!

Persino questo post non cambierà niente, ma almeno non sarò stata zitta a a sentirmi pure una merda solo perché sono triste! Perché dovrei fingere di sentirmi come non sono? Oltretutto per le P.A.S. è veramente difficile, ci può stare in altri contesti ma le nostre emozioni sono amplificate, nel bene e nel male.

Per cui oggi rivendico il mio diritto ad essere triste, e questo vuol dire che se non sta bene a qualcuno non è di certo un problema mio, perché questa tristezza, ha un senso, ha un motivo…anzi ne ha svariati ( non sto perdendo solo Gilda) e non posso fare finta di niente… Bisogna consumarla. Fino all’ultima lacrima. Fino a che non avrò risolto il problema della siccità inondando le zone secche della terra. Sarebbe tutto meno stancante se le emozioni fossero considerate tutte uguali e non si serie A e di serie B ma semplicemente stati dell’essere che fanno parte della vita. Ovviamente la prevalenza e l’assolutismo non fanno bene a nessuno. E ce lo insegna Inside out ( va visto, se non lo avete fatto rimediate subito).

quante persone magari stanno “morendo dentro” ma stanno zitte e fingono solo per non essere giudicate? Vi sembra sano? E se pensate che le persone tristi siano lagnose il problema lo avete voi. Una delle carenze più gravi che vedo in giro è l’accoglienza dell’altro, il rispetto della diversità in tutte le sue sfumature… C’è chi mi ha praticamente detto che essere P.A.S. è una malattia, altre gente dice che siamo deboli. Ma rispetto a cosa? Ma di che parliamo?! Come se sentire diversamente fosse sbagliato, come se alcune emozioni valessero meno. Ecco questo si è che è un ragionamento malato.

Ogni emozione merita di ardere fino a che non si sarà consumata in modo sano, e così ho deciso di fare oggi con questo articolo: rivendico il diritto di essere triste, poi prenderò per mano la tristezza e andremo insieme a vivere, la porterò con me, le mostrerò il mondo, e so che arriverà un momento in cui sarà molto più forte, crescerà, sarà dolore e poi esploderà… Ma so anche che dopo quel momento continuerò a respirare e con pazienza aspetterò il momento successivo che sarà un’ondata d’amore pazzesca. Perché così funziona il lutto. Ma non sboccerà niente se non piango oggi.

Siate tristi, siate felici, siate arrabbiati, disgustati, spaventati, sorpresi… lasciate che le emozioni vivano, e ascoltatele perché hanno sempre qualcosa da dire, ed è ciò che vi racconteranno che farà la differenza quando andranno via.