IT’S TIME

Non scrivevo da così tanti mesi che ho dovuto controllare e rileggere cosa avevo scritto prima.

Era marzo. Parecchi mesi fa, e parlavo di silenzio, e probabilmente mi sono presa così alla lettera che nel silenzio mi ci sono immersa completamente. Almeno per quanto riguarda il blog, o forse no?

La verità è che era ” solo” marzo! Non sapevo cosa sarebbe accaduto successivamente o come mi sarei sentita nella seconda parte della quarantena, e visto che sono sempre convinta che la condivisione sia un aiuto importante per se stessi e per gli altri, perché non dirlo che inferno mi è sembrato di passare? La prima parte della quarantena ho avuto una sorta di botta di ottimismo: regole, vita, energia, non ci si arrende! Poi essendo umana la realtà mi è pian piano crollata addosso, sulle ossa e sullo spirito.

Per un fibromialgico come me, la palestra chiusa e i parchi chiusi sono una specie di condanna alla tortura, e anche se mi sono sforzata di muovermi a casa, pian piano i dolori si sono fatti largo di nuovo in forma piuttosto pesante, insieme a tutti gli altri sintomi. Ma questo è stato solo un primo aspetto, perché bisogna sommare, velate minacce alla mia gatta che è stata reclusa e si è isterizzata impedendomi di dormire per un mese intero, il mio trasloco bloccato a chissà… la mia cucina dispersa chissà dove e per concludere: l’ultimo esame. Didattica generale. Che ho cercato di affrontare nel modo migliore anche se pensavo fosse una materia lontana da me.

Riassumendo: casini, dolore fisico atroce, insonnia e studio.

Il lavoro? quale lavoro? sono rimasta praticamente a quasi zero, con l’incertezza addosso per mesi, con la paura di non farcela e la frustrazione di non aver controllo su nulla. Ecco la seconda parte, come un film dell’orrore in cui tutto precipita velocemente e non sai neanche come sei arrivato a scappare da un mostro senza faccia che però ti vede e vuole prenderti.

E poi come finisce la storia?

Ho smesso di lottare. Mi sono imposta di lasciare andare tutto. Ancora una volta la parola “rassegnazione” è stata importante nella mia vita, e non ha avuta alcuna accezione ngativa.

Una volta arresa mi sono detta che potevo anche riprendere a respirare…tanto ormai era tutto finito.

E ho respirato.

Ed è arrivato maggio.

Ho potuto iniziare uno strano trasloco tutto sbagliato.

Ho finito gli esami e ho pure preso 30 e lode senza sapere come, quando, dove e perché, ma so che ho pianto di gioia e 5 minuti dopo l’esame ( on line, che per una anzianotta come è stato scandaloso!) sono corda a comprare pianelle per il placcaggio della cucina.

E maggio è passato e l’estate mi ha ridato forza per arrabbiarmi di nuovo, per continuare a lottare per inscatolare, pulire, capire cosa fare, sbagliare e sperare. Ma ho strisciato fino ad agosto per poter chiudere laporta alle mie spalle e dire: ben venuta a casa Ste.

Ho preso i miei amori, le mie bambine, le ho caricate in macchina insieme a tutto ciò che mancava e scala dopo scala ce l’ho fatta.

E siamo qui. In un nuovo punto dell’Isola, detto il Principato ( ironicamente).

E si è fatto tempo. Tempo per riprendere a concentrarmi sui pensieri, sui vissuti, sulla scelta di contenuti che mi va di condividere, anche se non so se è rimasto ancora qualche pirata a leggermi o qualche bimbi sperduto.

Ma non importa, questo blog alla fine è come una lettere in una bottiglia gettata in mare, dove arriva arriva, una volta in navigazione è fatta!

Ci sono svariate riflessioni che ho sfornato come pagnotte in questi ultimi giorni, ma non posso scriverle ora, credo di aver buttato giù mezzo tomo, e questo non è libro!

Ma tornerò, perché è tempo