ai miei amori grandissimi

tobia

Quessta è per Trilly e Tommy.

Non ci sono più ma vivono sempre dentro al mio cuore.

Il loro amore è stato grandioso, vero, puro…e non smetterò mai di ringraziarli per avermi insegnato che cosa voglia dire amare davvero.

Questa canzone è dedicata a tutti i nostri amici pelosetti o piumati, a quelli che non ci sono più, a quelli che si sono persi….e a tutti noi, perchè siamo i primi a perderci quando loro non ci sono più.

 

Come fai a stare così tranquilla, mi chiede la pavoncella?

Non saprei…rispondo.

Forse perchè sono un porcospino.

Sono un esserino selvatico che ama stare in compagnia come da solo.

Ho un cuore tenero e una faccina buffa.

Due piccoli occhierri che scrutano il mondo,

e un nasino a patata che fiuta i profumi dell’inverno per capire quando ritirarsi e sente la primavera per poter scorrazzare fra i fiori delle campagne.

Mi piace stare su cucuzzolo della collina e guardare il mare da lontano.

Ma tengo queste cose nel mio cuore tenero.

Se fossi così tenera anche fuori, e venissero a mancarmi gli aculei, come farei?

Sarei troppo fragile per sopravvivere negli ambienti selavatici.

Un po’ di pioggia mi inzupperebbe.

Morirei di freddo e chiunque mi porterebbe via..Non potrei difendermi che mordendo, ma basterebbe poco a sconfiggermi.

Invece ho i miei bellissimi aculei!

Spaventano e intimidiscono che vuole prendersi gioco di me.

Mi aiutano a mantenere le distanze.

I miei aculei sono l’essenza della mia vita.

Senza di loro sarei perduta.

Mi proteggono dal freddo e dal caldo, dai nemici…

E quando ho paura, mi chiudo a passa, sola con me stessa, rannicchiata con la testa fra le gambe, in compagnia del mio cuore e loro mi proteggono, da tutto ciò che succede fuori.

Ecco perchè sono così…

Anche se dentro di me, sotto tutti quegli aculei, nella mia parte morbida, a volte basta l’occhiata di una lumaca contrariata o incattivita dalla mia presenza a far piangere il mio cuore…E vorrei solo abbandonarmi, sentire solo la mia morbidezza e lasciarmi andare.

Ma non posso.

Io sono un porcospino e devo sopravvivere. Dunque mi faccio forza, lascio perdere le lumace, o il sarcasmo dei tassi.

Fuggo i rumori troppo forti, mi cerco un cantuccio e quando sono stanca dormo.

A volte incontro altri porcospini simpatici e a loro permetto di vedere tutto il mio musetto.

Chi mi ama non sente gli aculei, perchè loro non pungono le persone che sanno come tenermi fra le mani.

Ma attenzione.

Basta un movimento sbagliato e mi ritiro.

Non ci vuole molto.

Quando mi ritiro gli aculei pungono e fanno male.

Sono abituata a contare solo su di loro e su di me.

Nel mondo selvatico tutto cambia in un momento. Possono arrivare volpi o lupi, o qualche umano irrispettoso che vuole catturare un porcospino per chiuderlo dentro ad una scatola.

Noi poecospini possiamo vivere con gli umani. Mase veniamo liberati, o scaricati via o riportati nel nostro mondo selvatico,ci dimentichiamo subito la civiltà e proseguiamo senza rimpianti la nostra vita.

Camminiamo leggiadri nella nostra goffaggine e siamo consapevoli che tutto ciò che facciamo e i sentieri che seguiamo dipendono solo da noi. Non siamo fatti per fare troppe comunelle.

Amiamo un compagno alla volta e lasciamo liberi i nostri figli una volta che sono grandi abbastanza per potersi procacciare il cibo.

Non amiamo i vincoli.

Siamo esseri liberi.

Siamo leggiadri e soli.

Dolci e pungenti.

Siamo unici e abbiamo bisogno di fiducia per aprirci. Guai a deluderci.

Una volta chiusi, rotoliamo via…e poi proseguiamo la nostra strada senza voltarci indietro.

 

il fantastico mondo delle cuffiette…

oh si, vieni anche tu nel fantastico mondo delle cuffiette…avrai una scrivania, un pc e una bella cuffietta col micrfono.

accanto a te LUI: l’apparecchio moderno più antico del mondo, il precursore della svolta nelle comunicazioni.

NO!!!!Non è il falò.

E’ il telefono!!

Ebbene, lasciati cullare dal brusio di sottofondo e tuffati dentro lo schermo.

Nome, password e ….via: non si vende niente. Si fanno interviste CATI.

Le ho studiate. Mi verrebbe voglia di dire: si ricorda, brutto stronzo di prof. M???Esattamente l’esame in cui lei mi ha voluto dare 19 anche ci ho studiato per mesi: tecniche dell’intervista e del questionario.

Nel 2004 mi sembrava una cosa così lontana da me…e ora ci sono in mezzo da un mese.

E stranamente per qualche malsano motivo…nonostante io detesti statistica…mi piacerebbe proprio sapere cosa c’è ancora più indietro.

al di là del pc. Vorrei sapere come funziona il programma, come sceglie e e mette in ordine i dati…E’ comunque una branca del mio lavoro.

Ma no. io ora sto dall’altra parte…mano d’opera.

Parlo con tante persone, a volte molto scortesi, a volte simpatiche.

Certo non resta molto tempo per scrivere…e non resta tanto tempo per pensare…5 ore sono perse in quello strano fiume di parole…e la dipendenza da sonno…( se volete drogarvi, almeno lo fate gratis. basta un letto) fa il resto…

Ma…cari colleghi che forse, chissà…mi leggete??

Ma soprattutto…esiste qualcuno che mi legge??boh, va beh non importa…. Insomma…Non smettiamo mai di essere quello che siamo. Perchè quando sei uno psicoterapeuta, è il tuo approccio alla vita non tanto il fatto di, come vuole lo stereotipo, analizzare tutti che può solocrescere.

Credeteci: non ce ne frega niente di analizzare gli altri se non veniamo pagati!!

Ma tutto ciò che facciamo può rafforzare ciò che ci serve per lavorare: NOI. 

Eh si. Siamo strumenti di noi stessi. Noi siamo ciò che usiamo in terapia. E forse abbiamo anche un move in move out che  riguarda noi stessi, entriamo e usciamo fuori di noi di continuo per diventare come un elastico che si tira sempre di più verso il paziente e che poi torna al suo posto senza slabbrarsi.

Certo non è l’ideale stare nel mondo delle cuffiette…non si deve usare troppo il cervello, quindi è stancante secondo me….Però…i comuni mortali che vivono la crisi comprendono anche me, e quel che passa il convento va benissimo…sopratutto perchè non mi toglie niente.

Se ci sono prodi colleghi all’ascolto vorrei incoraggiarli a non arrendersi. La via è tortosa e lunga,ma un giorno, e succederà, noi avremo la possibilità di fare uno dei lavori più vari e creativi che ci siano…Renderlo così dipende da noi…tutto sarà forgiato da noi e dalle nostre esperienze ed è per questo che è così speciale…

Quindi raccogliete quante più conchiglie possibile e poi..ascoltate ciò che il vento ha da dirvi dentro ognuna di esse. Vi porterà sicuramente dove avete deciso che vale la pena andare!!