SOLA.CONSIDERATEMI SPARITA PER UN PO’.

E’ da ieri sera che ho in testa il ritornello di questa vecchia canzone di Nek che mi ha fatto compagnia quando ero ragazzina.

E’ proprio così che mi sento. E’ tornato di nuovo il periodo di isolamento.

Non ho voglia di parlare.

Non ho voglia di ascoltare.

Vorrei stare sola. In silenzio.Perchè davvero ho un rigetto completo per gli ultimi eventi.

Non è una fuga. Forse una pausa…

Non penso che ci sia qualcosa di male a ritirarsi per un po’, in genere mi ha sempre fatto bene. In genere ci ho sempre sguazzato bene per un po’. Poi mi sono ricaricata.

E’ come una sorta di maledizione che colpisce un po’ tutti. E poi è il rischio che si corre quando le cose in sospeso capitano tutte insieme. Poi si rischia che si concretizzino tutte insieme. Nel male e nel bene. Ovviamente  visto che il mondo è governato dalle leggi di Murphy, è ovvio che vadano tutte male nello stesso momento…affollando soma e psiche.

E va beh. Per fortuna c’è la musica che aiuta, oppure si fa una passeggiata col cane, si guardano film lacrimevoli, così si ha una buona scusa per piangere:P o chi può mangia cioccolato.

Diario di una specializzanda disperata

o semplicemente Stè…

Rileggevo le cose scritte secoli fa nel 2005, dicevo che bisogna andare al di là del negativo e prendere le cose belle. Sono certa che in ogni cosa negativa che succede ci sia nascosta una cosa positiva e l’esperienza mi ha sempre dato ragione. Per ogni esame saltato o andato male ne davo un altro che andava bene e ripetendo quello mancato poi prendevo un voto più alto. Le delusioni, nell’amicizia mi hanno solo fatto capire che le vere amiche ci sono, e ci sono da sempre, sono ancora con me e non mi giudicano, sanno che ci sono anche se per mesi non ci vediamo, nell’amore mi fatto capire che non sarei mai dovuta accontentare e che prima o poi avrei trovato un ragazzo esattamente come lo volevo io.

Dunque, adesso sta per succedere che ho passato gli ultimi 7 mesi ad occuparmi di due casi. Li ho seguiti, li ho cullati, protetti, li ho prediletti, li ho scritti con attenzione… Li ho elaborati e ho fatto uno sforzo enorme, per sentire dentro di me le emozioni, per osservare la persona, sentire la persona, scrivere gli appunti e trovare qualcosa di corretto e sistemico da dire, e tutto questo… tutto insieme.

7 mesi di LAVORO. ( tieocinio?chiamatelo come volete, è lavoro, è tempo, è il mio tempo “offerto in sacrificio” per la tesi, per il CSM e dunque per la scuola.)

E ora… puf!

Dopo un anno di scuola, che ricordo a tutti è terminata l’11 dicembre, dopo mesi di supervisioni, di scassamento di palle… cosa scopro??Che uno di questi casi va a farsi friggere perchè altrimenti 3 individuali non vanno bene.

Ora… CHE LINGUA PARLO IO?IN CHE LINGUA HO FATTO LE SUPERVISIONI?

Perchè prima mi dicono: e va beh se hai solo questi casi, porti questi. e adesso invece non vale più?

Ecco… io adesso mi sto sforzando di capire dove possa essere il lato positivo.

Oltre a sentirmi:

  • presa per scema
  • presa per culo
  • mancata di rispetto
  • imbrogliata
  • abbandonata
  • sola
  • arrabbiata
  • con un cumulo di tempo perso, di impegno e di fatica buttati

Non riesco a sentire altro. No davvero. Non riesco a vedere null’altro. Perchè va beh ok, farò ritardo, ma non è questo che mi fa incazzare. E’ proprio… che una cosa così non doveva succedere, e se provo a dare la  responabilità a chi me lo avrebbe dovuto dire, mi trattano da idiota facendomi tanti bei discorsi sull’essere sistemici, ma francamente sai cosa me ne faccio??Ci pulisco la cacca di Gilda coi discorsi sull’essere sistemici. Il mio discorso è molto facile:

IO TESISTA- TU PROF- TU SEGUE ME- TU CORREGGE ME IN TEMPO.

Persino uno scimpazè lo capisce vedendolo scritto.

Essere sistemici, la cominunicazione e tante belle parole che vengono usate solo come alibi per non prendersi le prorpie responsabilità mettetevele a colletto.

Io le mie cose le ho fatto e non ho niente da rimproverarmi. Ho aspettato 3 settimane una cazzo di correzione e ORA scopro che non va bene.

Perchè non dirlo subito?Perchè dire che andava bene lo stesso?

Cosa posso trovare di positivo in tutto questo?

Per ora ancora non lo trovo.

So che le correzioni i aiuteranno molto a crescere e che comunque sul caso che scarterò ho lavorato e comunque non è niente di perso ma di guadagnato… si però un paio di palle!

Noi specializzandi, PSICOLOGI, intendo, siamo l’ultima ruota del carro, siamo gli unici che lavoriamo GRATIS, e che sgobbiamo lavorando con le nostre risorse. Tutte le ore che usiamo per fare colloqui gratis, o somministrare test, sono ore che graverebbero sulle strutture pubbliche, e nessuno ci dice nemmeno grazie. E poi a scuola trattano il tirocinio come se fossimo noi a comandare o come se potessimo scegliere noi i casi da seguire. Ma cosa dovrebbere fare uno specializzando?Fare lo “schizzinoso” e prendere solo alcuni casi?

Ma razza di etica sarebbe? Ci dicono tante belle parole, tipo: voi fate i casi senza pensare alla tesi. Poi ci metti tutte le tue forze per lavorare bene e ti liquidano così! GRAZIE!

E’ vero che comunque sono cresciuta e ho imparato, ma non mi importa. Non è comunque modo di trattare le persone che si sono impegnate.

Sono delusa.

Oggi ho pensato che forse davvero dovrei cambiare lavoro.

Che poi… 5 anni di università, 1 anno di tirocinio obbligatorio+ l’esame di stato, 1 anno di specializzazione a vuoto, 4 anni completi di scuola e 1 master…

E però senza la tesina non sono niente.

Ma vaffanculo, mi sono fatta un mazzo tanto e ora una stupidissima tesina dovrebbe dare prova di cosa??Spiegatemi, di cosa!!!

Perchè la tesi di laurea ha dimostrato qualcosa?

E quella del master?

E l’esame di stato, cosa vuol dire?

Hanno un senso?

In questi ultimi 6 anni ( domani è il mio lauriversario)ho cercato di trovare una risposta che non fosse NO, ma non ho trovata. Non hanno senso. Non provano niente.

E bisogna farle per forza.

E dunque show must go on.

La farsa continua. E la frustrazione pure.

Sono davvero arrabbiata e vorrei  dire tutto quello che penso agli interessati ma non si può, altrimenti il diploma lo vedo fra 1000 anni, e io ho bisogno di quel misero pezzo di carta. Che vergogna. Solo per un pezzo di carta!

Chiedete ai pazienti chi sono. Credo siano loro le vere persone competenti a dare un’abilitazione al nostro lavoro.