” Shhhhhhhhhh! Non si dice!”

Quest’anno i bilanci arrivano prima.

In genere è settembre il mio mese di sunto, ma dopo un anno e mezzo di percorso dentro me stessa, nuove rivelazioni, nuove consapevolezze e pezzi di nuova me che stanno cercando di prendersi il proprio spazio ho cominciando a guardare attorno a me certe dinamiche chiedendomi: perché succede questo?

Si torna sempre a parlare di relazioni. Che vi aspettate da una psicoterapeuta sistemica? Ci sguazzo! E’ più forte di me, osservo, confronto, ipotizzo, verifico, mi metto alla prova…e ogni tanto arriva qualche insight interessante.

Durante l’ultimo anno e mezzo mi sono preoccupata di approfondire l’aspetto della censura. On particolar modo la mia. Ci ho lavorato parecchio perché era un aspetto che poteva limitarmi anche sul lavoro e sto ottenendo ottimi risultati, sentendomi molto più leggera e libera nel rapportarmi agli altri e a chi si rivolge a me.

Poi ho cominciato a guardarmi attorno e il mio inconscio mi ha spedito una serie di frasi sentite in giro, o di “tendenza” nelle relazioni, che mi accompagnano da almeno 20 anni.

Non ditemi che non le avete mai sentite:

  • non lo chiamo-non la chiamo perché non voglio disturbarlo/a
  • non lo/la cerco perché non sapere che dire.
  • non ci provo perché se mi rifiuta di faccio una figura di merda
  • stai attenta/o non dirle/ dirgli che sei interessato/a a lei/lui, potresti rovinare il rapporto!
  • non parlerò dei miei sentimenti perché altrimenti non mi parlerà più
  • ci provo solo per vedere se me la da / me lo da 
  • non posso parlare dei miei sentimenti perché mi vergogno

Avete mai sentite frasi del genere?

Io le ho dette, me le hanno dette, e le ho sentite.

Ho cominciato a chiedermi, da dove arriva tutta questa orrenda censura?

E soprattutto perché?

Perché ad un certo punto della nostra vita qualcuno o qualcosa ci insegna non va bene comunicare all’altro i nostri sentimenti? Addirittura…vergogna! Ma di che cosa? Di provare qualcosa di bello?

E il problema non è solo quello di comunicare, ma di accogliere la comunicazione.

Il disagio assoluto che si prova a volte nel sentirsi dire: sono interessato/a a te, ti amo, voglio stare con te, mi piaci.

Solo perché non si è in grado di ricambiare.

Perché? Da dove arriva tutto questo disagio? 

Non sto dicendo che siamo tutti così, anzi! Ci sono persone meravigliose disseminate nella nostra vita che ogni tanto incontriamo e ci insegnano, che ad esempio dire “ti voglio bene” a voce alta è bellissimo, ed è bello anche prenderlo, nonostante non ci siamo abituati. 

Perché non ce lo diciamo abbastanza, e non lo diciamo abbastanza.

Non so se sia questione di educazione delle singole famiglie o se sia qualcosa di più esteso, ma sento che c’è in giro una specie di sottocultura della vergogna, in cui bisogna nascondere i propri sentimenti perché…vince la paura di cosa potrebbe succede dopo. Paura del cambiamento, in bene o in male, paura e incapacità di gestire le relazioni, come se l’amore per qualcuno fosse qualcosa di pericoloso, come se l’amore fosse necessariamente un elemento limitante in qualunque relazione.

Eppure l’amore per etimologia del termine è assenza di morte, ciò che rende l’amore l’amore malato e negativo, non è di certo l’amore stesso, ma al massimo l’utilizzo che le persone fanno di questo sentimento. Non sono gli amori, inoltre ad essere malati o sbagliati, sono le relazioni ad essere disfunzionali o inadatte.

Di per sé l’amore non vuole nulla. Non chiede nulla, chiede solo di essere espresso a prescindere.

Siamo noi che vogliamo qualcosa, siamo noi lo usiamo a volte in modo poco corretto e sono altre emozioni che lo sporcano. 

Ma se lo ripuliamo da tutto…dall’ansia, dalle aspettative, dalla preoccupazione di essere corrisposti l’amore sta lì, come una piantina che resiste al vento e guarda dritta verso il cielo aspettando la pioggia. Non gli interessa di niente altro, se lo lasciamo crescere e basta, se lo trattiamo come una cosa nostra, se ne abbiamo cura, senza vergognarcene allora scopriremo che è una grande risorsa, non solo quando nasce dentro di noi, ma quando qualcuno ce lo offre.

Ma quanto può essere meraviglioso sapere che una persona vede in noi delle cose belle? Che onore, che grande privilegio sapere che noi, proprio noi, facciamo emozionare qualcuno! Al di là di tutto. 

Ci ho pensato tanto e mi sono sentita dispiaciuta per tutte le volte che non permesso alla mia piccola piantina di crescere, la l’ho soffocata, con l’ansia, con la paura e con l’insicurezza, scappando via delle persone che ho amato perché avevo paura, perché mi veniva l’ansia, non mi sentivo abbastanza, ero sempre convinta che tanto il mio sentimento non sarebbe stato ricambiato e quindi era inutile. 

Che grave errore!

E mi sono sentita anche mortificata e tremendamente in colpa per quelle volte in cui non sono stata in grado di accogliere l’amore di chi me lo offriva perché non sono non lo ricambiavo, ma credevo di non meritarlo nemmeno! Come era possibile? Proprio io? Perché? Che cosa ho fatto?

Beh, ora la so: non avevo fatto fatto niente. Perché non è l’amore arriva perché si fa qualcosa di specifico.

A volte basta parlarsi. A volte basta uno sguardo, un sorriso condiviso, tenere per caso la mano a qualcuno e sentire che in quella mano c’è casa tua. A volte serve anche meno.

Ci mille motivi e forse nessuno. E forse non è importante il perché, ma il come.

Come vuoi prenderti cura del tuo amore?

Vuoi ripulirlo o lasciarlo soffocare?

E se lo lasciassimo parlare cose direbbe?

” Ti amo, ( direbbe secondo me), non chiedermi perché, è successo e basta. E non voglio niente da te. Non ti chiederò nulla, sono solo per dirti che vedo in Te, tante cose meravigliose, e vorrei che tu lo sapessi. Vorrei che sapessi che in qualunque giorno della tua vita tu ti sentirai male, e indegno di questo mondo, ti ricordassi che ci sono io, che vedo la meraviglia dentro di te. Forse pensandoci potresti sentirti meglio. E forse sapere che in tutto il mondo c’è qualcuno che ama Te,esattamente perché sei Tu, potrebbe alleggerire la tua solitudine. “

Al di là dell’essere ricambiato o meno, l’amore chiede solo di amare. 

Non essere ricambiati fa male, impelagarsi in storie impossibili è doloroso. Ma sono convinta che la cosa peggiore sia soffocare l’amore con la paura, le ansie e le insicurezze. 

C’è troppa paura a dare e troppo senso di inadeguatezza a ricevere.

Questi aspetti sono secondo me troppo abbandonati da tutti.

Ormai siamo così tutto dietro ad uno schermo che si sta perdendo di vista il resto. E’ tutto sempre finalizzato al risultato…Ma, riusciamo un attimo a fermarci? Vi invito a farlo, veramente, fermatevi. State su quello che provate, state su quello che ricevete. Concedetevi il tempo di tenere tutto questo fino a che non vi vengono le lacrime agli occhi,o la pelle d’oca…E se vi sentite male, a disagio, tenetevi anche quello e concedetevi di sentirlo, fino in fondo. Fate uscire tutto. Ascoltatevi, sentite le emozioni sul corpo, fatevi delle domande. Cercate risposte.

Abbiamo la possibilità, tutti, di dare e ricevere qualcosa di così potente…di così magico e miracoloso…E che facciamo? Lo soffochiamo così, riducendolo ad una performance, o a situazioni di disagio, ansia e paura, o peggio, privandolo del suo vero significato.

Ci sono tante persone che vivono bene questo sentimento, in maniera sana, senza censure, in liberà. Se avrete l’occasione di incontrarle, osservatele e fatevi contagiare dalla loro liberà, sono sicura che sarà un bel regalo da portarsi a casa.

Per oggi passo e chiudo, augurandovi un buon ferragosto 🙂