I nuovi morbi (2)

Si.

Vieni probabilmente da oggi Si e capito “I Nuovi morbi” non era un articolo Isolato.

E ‘un ciclo di Articoli. Delle Riflessioni su Cose che ho notato.

Perché ci voglio Pensare e voglio pormi delle Domande. Magari non l’unica Che Sono le pone e che fa delle ipotesi.

La premessa e Una e doverosa: non sto giudicando.

Anche perchè Altrimenti non avrei scritto l’articolo di esordio.

Detto this, via col 2:

ONNISCENZA BLOG

This frase Ê veramente esplicativa.

E mi Riporta ad un altro Fenomeno sociale (chiamiamolo COSI) Che ho notato moltissimo nia sociale e also nel quotidiano. Credo Che però Le cose Siano Connesse, nel senso Che e Una Fenomeno Che secondo me Si e sviluppato grazie al web, ah Trovato terreno fertile nia sociale per poi diventare un atteggiamento, e in Molto Casi Comportamento delle Nazioni Unite.

Quanti di tra i miei colleghi Hanno dovuto reprimere i Loro istinti omicidi alla frase: Sai, io sono un po ‘psicologo! ??

Beh, non siamo soli, Sono certa Che this frase PUÒ Essere modificata ed adattata a tutti i Lavori esistenti.

Ma sarebbe riduttivo Così.

E ‘nato un vero e proprio atteggiamento di “così tutto io” non sorretto da effettive Conoscenze Specifiche.

Dell’onniscienza Siamo nell’era.

Ma che significa?

Io pidocchietta Qualunque, avendo Fatto il classico e non avendo Rimosso Tutte le Nozioni latine, rapidamente mi dico: significa Sapere tutto. però Voglio andare a fondo. Voglio Capire e Trovato ho dovuto Tipi di informazioni:

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Vieni potete leggere il punto 1 si rifà all’etimologia latina e si riferisce a Dio.

Qui ci ricolleghiamo all’articolo precedente: Dio giudica Perchè E al di sopra di tutti, e dunque sa tutto puro, Perché E dio.

Le Altre definizioni Sono usate e nuove comunemente per INDICARE i Saputelli e il coloro Che Sono sempre Molto informati. (Per davvero)

ESISTE poi Una Definizione Ricca di Informazioni aggiuntive un Riguardo Che VIENE da Wikipedia e da Che comune pidocchietta ho visitato per Principio:

<< L ‘onniscienza E un Fenomeno paranormale e parapsicologico. Si Tratta della facoltà di Essere una Conoscenza di tutto Cio che E accaduto nel Passato, Che sta accadendo nel Momento Presente e Che accadrà nel futuro.

IL TERMINE Deriva dal latino omnia, aggiunto un Sciens, ed e generalmente utilizzato per INDICARE Una prerogativa Strettamente divina, in Quanto le religioni Ebraica, Cristiana e musulmana ritengono Che solista Dio Possa Essere una Conoscenza di tutto Cio che esiste ha e avviene nel Creato. >>

Addirittura andiamo sul paranormale o parapsicologico.

Quindi mi dispiace, Non Posso dire Che Sono un po ‘medico Perché guardo sempre Grey Anatomy, Malattie misteriose, Malattie imbarazzanti e Tutte quelle Trasmissioni Sugli Interventi di chirurgia plastica.

Azz … Temo Che Non essendo Dio, mi servira Una laurea, e pura specializzazione una …

Oh … ma le ho in Psicologia! 🙂 This Limita Sciens mia la – conoscienza- un quest’ambito però.

Non Sono una pasticciera Perché faccio bene le torte.

Sono una cuoco Perché cucino bene non.

NO!

Comunemente, Visto Che Il Termine onnisciente si riferisce principalmente a Dio, si utilizza l’Espressione tuttologo.

Io effettivamente un tuttologo lo conosco. Una parte Dio.

Pico de PAPERIS

Pico De Paperis!

Lui si! Ooooh lui si! Sa tutto davvero!

Certo!

E ‘un Personaggio dei fumetti! : P

E forse l’unico attendibile E! 🙂

Eppure se andate in giro sui social, basta Scrivere qualunque cosa e spunterà fuori Quello che sa tutto, e si pone nda Confronti DEGLI ALTRI venire se la SUA Posizione Fosse inattaccabile.

Lui, il tuttologo di OGNI cosa, sfodera le Critiche citare in giudizio, le puntualizzazioni citare in giudizio in argomento Qualunque, facendosi forza della SUA laurea in tuttologia presa grazie ai di formidabili Articoli di qualunque rivista divulgativa esistente, o qualunque articolo reperibile sul web. Tutto mischiato con Qualche SUA convinzione.

Detto this, ribatterete, cosa c’è di male?

Nulla!

Anzi, io adoro le riviste divulgativo! I Programmi divulgativi! Sono ignorante Così in certi argomenti Che QUESTE riviste / programmi / articoli mi offrono Uno spunto per approfondire Cio che non so.

Allora dove sta la mia perplessità, la mia preoccupazione?

Sta sull’atteggiamento, Silla fissità delle POSIZIONI dei tuttologi, Sulla mancanza di umiltà nel modo di porsi (non sto giudicando sto descrivendo le apparenze e non in modo da venire descriverle se non tramite ALCUNI aggettivi).

Addirittura Mi è capitato un Fenomeno Opposto ma similitudine per l’atteggiamento: una persona visibilmente poco scolarizzata (Che poi non significa nulla Perché C’è gente Che poco scolarizzata Che sa Più cose di Tutti Noi, ma lasciatemi Switch to Il Termine, Altrimenti dovrei usare degli epiteti poco carini e passerei per giudicante) nel sentirmi Parlare di Cose che non conosceva mi ha derisa. Io Stavo da solo e non mi Parlando SEMBRA di Aver Fatto la saputella anche perchè Era Una conversazione su un tema SPECIFICO ma Abbastanza banale. Non me la Sono presa. Anzi un dire la verità, ho Pensato Che mi dispiaceva per Quella persona Perché forse lo ha Fatto per Difesa, Anche se nessuno la Stava attaccando.

Allora mi Chiedo, this atteggiamento di tuttologia, non potrebbe Derivare da Qualche mancanza Che ABBIAMO dentro di noi?

MI ci metto anche io, Perché no! Anche se in Genere credo Che la mia Ignoranza Sia Una grande Risorsa, Perché mi spinge a volerla ea debellare Sapere Di Più. Cosa Che mi riguarda. In Genere non vado a dire alla gente Cose che così da solo per il gusto di FARLO ea Volte, SPECIFICO Che se sto Dicendo Qualcosa E O Perché l’ho letto da Qualche parte o Perché l’ho studiato, e dunque sto riportando Qualcosa Che ho appreso da veri Esperti.

Perché dobbiamo dimostrare Che sappiamo tutto? Cosa dobbiamo compensare?

Perché poi Ê Così Importanti mostrarlo Agli Altri, sui sociali, scatenando un Volte polemiche sterili, Discussioni, litigi … faide!

Di cosa dobbiamo rassicurarci? Perché poi Mettersi sempre Sulla difensiva o al contrario aggredire o cercare di minare le competenze individuali DEGLI ALTRI?

Perché this sete di Voler dimostrare tutto a tutti i Costi?

Ci Sono poi dei Settori Che Stanno subendo Una specie di aggressione. Penso ai di Fotografi. Agli cuoco, ai di Tutti i miei colleghi. E ‘tutto un’accavallamento di Conoscenze, Perché Essere bravi in ​​Qualcosa non basta.

Ma se sai tutto. Non sai nulla. Perché il Tutto è Così tanto che sì annulla da solo.

Continuo a chiedermi Quale Sia il bisogno profondo di professarsi Esperti di OGNI cosa, Quando E ovvio Che Non Sia Cosi. Cosa significa, ora, in quest’epoca, ammettere di non Sapere? E la Consapevolezza dell’ignoranza una cosa PUÒ Portare? Siamo in Grado di accoglierla? Oppure ci schiaccia e ci Facciamo forza con this tuttologia per dimostrare al mondo e all’altro da me, percepito venire giudicante, Che valiamo anche noi?

Il Valore. Vali solista sei di tutto un po ‘?

E QUESTE Conoscenze da cosa sono sorrette dal punto di vista emotivo?

Più ci rifletto e Più mi Sorgono Domande.

Forse this precarietà sociale sta diventando also Una precarietà dello spirito. E ABBIAMO bisogno di Appigli, Che ci Facciano sentire sicuri, sorretti, stabili. E ci aggrappiamo una Più Non Posso Perché in this mare Non C’è niente di dolce su cui naufragare.

Sarà Uno modo di reagire at a Società Che has been nutrita per Piu di 20 anni con superficialità e poca cura relativamente alla scuola, alla cultura, all’Arte?

Ci devono Essere dovuto fazioni? per forza?

Vado avanti e penso a venire ci Sia un potentissimo bisogno di riempirsi di “cose” per solista nutrire sé Stessi.

Se proseguo Arrivo all’Io iper trofico, ma non voglio arrivarci. Eppure tutto è collegato, e forse Sarà proprio Parlare in conclusione dell’Io, of this Io, Così stanco, frustrato e inadeguato Che potrebbe farmi arrivare at a ipotesi conclusiva sui Nuovi Morbi.

Non Sono Così arrogante e Presuntuosa da volerli curare.

Non Sono né antropologa né sociologa (anche se a causa delle Materie Sono Che Mi sono piaciute Di Più e Che ritengo Siano troppo sottovalutate). Oggi sono solista Una psicologa Mediamente disoccupata che sì pone delle Domande RISPETTO un Cio che Vede Intorno.

Non ho le Risposte, ma ho tanta preoccupazione su dove tutto this atteggiamento ci Portera.

Mi Consolo un po ‘Ricordando Socrate, Che se non sbaglio Diceva Che il vero saggio E colui Che sa di non Sapere. Ecco … un po ‘di saggezza forse E Quel che Ci vuole!

Vi lascio in conclusione una canzone bellissima di Caparezza che fa Riflettere Sulle Cose da CHIEDERE, da Sapere e su cui forse bisognerebbe Riflettere:

I NUOVI MORBI (1)

 

Era da tempo che volevo scrivere qualcosa su una questione piuttosto difficile da esporre.

IL GIUDIZIO, IL GIUDICARE.

Difficile perché appena si apre bocca su qualunque cosa si viene giudicati da tutti, per cui ora mi aspetto una sfilza di: eh perchè tu ora non stai giudicando chi giudica?

In realtà, lo voglio specificare subito, vorrei ragionarci sopra.

E voglio partire dalla radice. Cosa significa giudicare?

 

GIUDICARE

PROPRIAMENTE E’ PRONUNCIARE SENTENZA.

PER ESTENSIONE ( e sottolineo, estensione!) STIMARE, PENSARE.

A questo punto per altra estensione mi verrebbe da canticchiare la canzone ” Pietre”:

Tu sei buono e ti tirano le pietre.
Sei cattivo e ti tirano le pietre.
Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai,
sempre pietre in faccia prenderai.
Tu sei ricco e ti tirano le pietre
Non sei ricco e ti tirano le pietre
Al mondo non c’è mai qualcosa che gli va
e pietre prenderai senza pietà!
Cosi’ sara’ finché vivrai Sarà così
Se lavori, ti tirano le pietre.
Non fai niente e ti tirano le pietre.
Qualunque cosa fai capire tu non puoi
se è bene o male quello che tu fai.
Tu sei bello e ti tirano le pietre.
Tu sei brutto e ti tirano le pietre.
E il giorno che vorrai difenderti vedrai
che tante pietre in faccia prenderai!
Sarà così finché vivrai Sarà così …..

E’ proprio così!

E’ come dire che dai una mano e ti prendono il braccio, ti apri un attimo e dici qualunque cosa anche la più sciocca e ti prendi pietre!

Ma con una facilità disarmante.

Basta andare a fare un giro sui social.

Mi direte: eh ma se ti esponi è giusto che ti critichino.

Giusto, infatti esiste la critica costruttiva. Che non dovrebbe essere giudizio perché accompagnata da un’analisi delle parti criticate. Per questo è utile! Perché chi è soggetto alla critica può sempre imparare qualcosa.

E va benissimo.

Ma il giudizio è un’altra cosa. E’ pronunciare sentenze.

” Se ascolti quella musica sei esaltato/ suuperficiale/ non vali nulla”

” Se mangi in un certo modo sei un’assassino/ fissato/ terrorista/ malato di mente “

” Se ti vesti provocante sei una troia, o al contrario sei una stracciona se ti vesti trasandata”

Ma le etichette con la sentenza variano. Ora ne ho scritte un paio che mi sono venute in mente…

Come mi viene in mente che il giudizio non è sempre espresso.

Fateci caso: non si può non comunicare, giusto?

A volte ci sono sguardi o comportamenti di altre persone che ci arrivano come note stonate.

Tipo esporre una propria opinione che l’altro non condivide, ma anziché dire: va beh non siamo d’accordo, l’altro non fa nulla ma lancia un’occhiata al suo vicino di sedia o gli parla all’orecchio, o semplicemente apre la bocca in una specie di sorrisetto, che sorrisetto non è, come se stesse dando la ragione dello stolto.

Tutti comportamenti che ad un livello profondo di arrivano alla pancia ( se sei una persona che ci sta attenta.) e ti fanno sentire che qualcosa non va.

E’ una tendenza che sta diventando universale, la osservo ovunque, in ogni contesto e ovviamente sui social dove si vive di commenti salta proprio all’occhio.

Io ci voglio ragionare e scomporre la questione, perché, davvero basta esprimere un’opinione e si viene giudicati.

Chi giudica sono i giudici. O al massimo Dio.

E il giudizio, da parte dei giudici e di Dio implica un’assolutizzazione del giudizio, ossia, vieni giudicato in tutto il tuo essere per un solo aspetto, per un solo comportamento.

Hai rubato un pezzo di pane. Sei uno sporco ladro. E andrai pure all’inferno. ( questo è un esempio)

Questo emettere giudizio da parte di un giudice e da parte di Dio, parte dal fatto che chi sta giudicando sia al di sopra di noi.

La legge.

Dio. ( se siete credenti ovviamente)

Ma…. tu( sempre Tu generico). Pidocchietto, come me, che sono una pidocchietta qualunque ( tutto generico e tono affettuoso, voglio precisare), noi, pidocchietti che girovaghiamo nel mondo, ognuno con la sua storia, con la sua unicità e con le sue ignoranze ( perché meno male un po’ ne abbiamo tutti) perché mai dovremmo giudicarci?

Chi sei tu, per emettere una sentenza su di me’ E io? Chi sono?

Non siamo giudici. Non siamo Dio.

Tu non sei meglio di me, pidocchietto. Tu sei DIVERSO. 

E io, pidocchietta, non sono meglio di te. Io sono DIVERSA.

C’è questa sorta di confusione di concetti, a parer mio, per cui siccome uno non vive come te, e ha gusti diversi è in automatico uno che non vale nulla.

Io non vado a ballare. Non mi sono mai piaciute le discoteche.  Preferisco andare al cinema, fare una passeggiata, andare in un pub…chiacchierare. Io non mi vesto in modo provocante. Non uso trucchi pesanti. Ho dei limiti piuttosto gravi che mi impediscono di comprendere il 90% delle battute che fanno gli altri. Questo comporta che a volte dia delle risposte che capisco solo io. Perché in realtà non capisco le battute. Ne sono consapevole, e cerco sempre di non rispondere. Sorrido. Per salvarmi. Ma a volte non riesco. E arrivano i primi giudizi ( lo vedo dal non verbale).  Non sono mondana, esco poco, mi piacciono i documentarie ne guardo molti. Preferisco stare un giorno intero dentro un museo( o a visitare chiese) che un giorno intero dentro ad un centro commerciale a fare shopping. Non mangio animali e mi riservo di non dare spiegazioni per una questione che è solo mia. Che altro? ah si, amo i cani e ho studiato un po’ da sola sull’educazione canina e il comportamento canino. Ho fatto delle scelte politiche particolari che riguardano la rimozione di alcuni canali Tv dalla televisione e un atteggiamento di disconferma nei confronti del 90% dei signori seduti sulle poltroncine in parlamento. E non dimentichiamo che adoro stare da sola a Capodanno, Pasquetta e Ferragosto.

Probabilmente c’è anche dell’altro…. Boh forse che mi piacciono i Musical. E si. Ho avuto un tacito giudizio anche su questo.

No, non vi ho fatto l’elenco delle cose che mi piacciono per il puro gusto di annoiarvi. Nooo, dai! Non sono così crudele!

E’ una provocazione. Dimenticavo: il mio cantante preferito è Zucchero. ( questo ha raccolto più giudizi che non mangiare animali. Forse se dicessi che sono una spacciatrice di borotalco avrei ricevuto meno giudizi)

Scusate le digressioni! 🙂

Per ogni frase che ho scritto sono stata giudicata! 🙂

Più o meno verbalmente.

Vedo gli sguardi. Ricevo le battute. Percepisco l’etichetta dietro al sorrisino.

Immagino conoscendo i soggetti con cui interagisco, come io venga giudicata.

Noiosa. Bacchettona. Tonta. Fissata. Povera zitella che non troverà mai un  uomo. Stronza. Indigna. Snob. Una che fa cose noiose. Pazza. Farneticante. “tu non sei normale” ( oh meno male!). Strana. Asociale.

E questo è solo un esempio, una supposizione…Immagino che i giudizi siano molti di più e molto più vari.

Anche perché ho dimenticato di aggiungere i dettagli sulla mia forma corporea 😀 ( ma siccome sono io , la prima a giudicarmi meglio evitare, quello è un problema mio)

Secondo me ciascuno di noi è stato vittima di giudizio almeno una volta.

E ciascuno di noi, ha giudicato almeno una volta.

Io voglio capire perché succede.

Cosa ci fa credere di essere così al di sopra degli altri?

Perché non riconoscere semplicemente che per fortuna gli altri sono diversi da noi?

Ci sono persone che io non sopporto. Per quanto mi sforzi, non le sopporto per alcuni comportamenti che hanno. Ma questi comportamenti, che IO non sopporto ( e dunque in partenza sono consapevole che il problema è mio) davvero dovrebbero definire in toto quella persona?

Che diritto ho io, pidocchietta, di estendere a tutta la persona una mia intolleranza verso un suo solo componente!

Ma che presunzione!!!

Perché dovrei sentirmi migliore?

Magari quella persona è petulante, e io …prendo tutto troppo seriamente.

E quindi? Dove sta il mio diritto a giudicare in quanto superiore?

SEMPLICEMENTE NON ESISTE.

Noto queste dinamiche su di me da anni. E l’ho fatto anche io fino a che non mi sono resa conto che non essendo un giudice in tribunale e non essendo Dio, e per di più, non vivendo nel regno dei cieli ma sulla terra, ho ben poco da sputare sentenze.

Posso fare altro però: accogliere la diversità. E pensare che se nella sua totalità di aspetti, quella persona si sente comoda, buon per lei. Io posso non condividere le sue azioni, i suoi pensieri. Posso anche pensare che la musica che ascolta mi fa schifo. Ma questo ha tanto a che fare con ME. Non con lei.

Tutto ciò che giudichiamo riguarda Noi, non l’altro.

Ma continuo a non essere convinta su questa cosa del giudizio.

Sento che questa mancanza di accoglienza che lo genera è sostenuta da qualcosa di più profondo.

E mi viene in mente una cosa sola ( oh magari sbaglio, ma così sento): LA PAURA

Che ci sia una paura profonda di accogliere le diversità dell’altro?

Paura di essere sopraffatti e di sparire?

Se accolgo tutto dell’altro, ci starà dentro di me? e se accolgo e non vengo accolta?

Perché a volte capita ( e mi è successo almeno una volta anni fa) che l’altro può dire, o fare tutto e tu, sei li, che dici: è fatto così! Poi basta una sola volta che magari c’è Giove mal allineato e allora non ti censuri,  e succede un casino pazzesco!

Allora forse è per questo che si giudica?

Per difendersi? Per distaccarsi?Per non doversi necessariamente censurare?

Eh… perché a me in certe occasioni è capitato di dover restare zitta. Non proprio per paura del giudizio…Ma per paura di me stessa. Paura di perdere definitivamente il controllo e magari fare scenate a qualcuno che era li per caso, solo per aver raggiunto la saturazione.

Però comunque censurarsi non è mai una buona soluzione.

Mi è anche successo di chiedere : perché mi stai giudicando?  Noooo non è vero, io non ti giudico.

Ok. Ciao!

Non se ne viene a capo.

Provate a parlare con la gente.

Tutti vi diranno che non giudicano.

Però tutti sono stati giudicati almeno una volta.

Se nessuno giudica e tutti sono stati giudicati allora qualcosa non torna.

Forse ci inganniamo con le parole. Ci sembra di non giudicare ma è così che le nostre parole arrivano.

Certo è che se una persona i dice: se un’ignorante presuntuosa… Beh in quel caso mi pare un giudizio molto chiaro, senza fraintendimenti.

Forse, ancora una volta dovremmo passare dal Tu all’Io.

Io penso che, io credo che, secondo me… E capire cosa ci disturba veramente nel momento in cui il giudizio sta lentamente venendo a galla dal profondo di noi.

Non è facile, ma credo sia necessario perché a parer mio sta diventando un flagello sociale che a lungo andare distruggerà tutte le relazioni. Siamo troppo pieni di noi stessi, delle nostre certezze, giuste o errate che siano, delle nostre ignoranze, delle nostre paure, delle nostre insicurezze e non diamo alcuno spazio all’accoglienza dell’altro.

Sarebbe bello accogliere ed essere accolti.

Tenere strette le nostre cose ma lasciando spazio per tutto ciò che  è l’altro, il diverso. Perché ci potrebbe sempre insegnare qualcosa.

Ovviamente sempre in modo reciproco, flessibile, senza cadere nella sottomissione ( quello poi è un altro discorso)

E sopratutto, una volta tanto, quando stiamo per dare aria alla bocca con qualche giudizio, pensiamo a come si sentiremmo se fossimo noi sotto giudizio.

Non è umanamente possibile che una persona sia definita da una sola delle sue caratteristiche.

Siamo molto di più dell’insieme delle nostre parti, e ciò che è ancor più meraviglioso, siamo sempre in divenire.

Il giudizio mi fa pensare alla rigidità, alla fissità a qualcosa che è così è basta.

Siamo sicuri che le persone siano ” così e basta”?

Il mio, lungo discorso, è semplicemente una riflessione condivisa, che sentivo di voler condividere perché da qualche parte credo, bisogna cominciare a porsi il problema e a darsi delle risposte.

Non sarà privo di giudizi ovviamente, ma vi do un suggerimento, nell’etichetta che mi appiccicherete, riassumete tutto in una sola parola : STE’.

…e allora zitti, zitti che il silenzio è d’oro

SILENZIO

SILENZIO : 

<<Con silenzio si intende la relativa o assoluta mancanza di suono o rumore; un ambiente che produca suono inferiore ai 20 decibel viene solitamente considerato silenzioso. >>

La generica definizione di silenzio che io, profana del suono, e ciapuzza ignorante su Wikipedia, ho trovato è questa.

Seguono poi varie tematiche legate al silenzio.

Perché tutto questo?

Perché mi sono resa conto che malgrado il primo assioma  della comunicazione dica che. “non si può non comunicare” e dunque il silenzio  comunica qualcosa, si può comunque intendere il silenzio come una pausa dalla continua comunicazione a cui siamo sottoposti. Riceviamo ed emettiamo comunicazioni costantemente.

Tra i social, i messaggi, la Tv…c’è un’ipercomunicazione costante.

Lo notavo oggi al mare. Mi sono girata e vedevo tutti intorno a me con il telefono in mano e il dito sullo schermo.

Ma lo vedo anche su di me.

Sempre a digitare, a controllare, a rispondere, a commentare.

Mi è capitato svariate volte, di leggere interi scambi di commenti che altro non erano che furiosi litigi scritti.

Gli argomenti tabù sono: il cibo, ( mai provocare un vegano!) il calcio( credo che la Juve sia spesso coinvolta ma sono troppo ignorante per esserne certa), la politica.

Il sesso è così inflazionato che nessuno ormai ci fa più caso. Peccato, forse era più interessante…

Nella maggior parte dei casi la furia si scatena per la completa assenza dello scambio oculare.

Non vedo, aggredisco. Tanto è come parlare con una tastiera.

Agghiacciante.

Per non parlare di quanto si resta interdetti per cose che non si capiscono: virgole mancanti che cambiano le senso, punti o puntini sospensione, assenza o presenza di faccine.

Il fraintendimento è sempre presente.

Fin qui tutto normale… ma ho pensato che se si comunica troppo, allora anche le conseguenze ancora citate passano al “troppo”. E si sa, il troppo stroppia.

Così ultimamente mi sono monitorata.

Quante cose inutili, che interessano a nessuno stavo per scrivere?

Moltissime!

Quante risposte stavo per dare, di cui la persona poteva fare a meno.

Moltissime.

Ho scritto interi commenti per poi cancellarli. Non erano necessari.

E mi è tornato in mente l’Ashram, nello specifico il racconto di Tizioano Terzani sulla sua permanenza li e sul periodo di silenzio.

E anche il film “mangia, prega, Ama” mostra la protagonista che in Ashram osserva il silenzio.

<<La pratica del silenzio (inteso non solo come astensione dalla parola, ma anche come tentativo per ridurre la quantità dipensieri, placare l’attività frenetica della mente e trovare così il silenzio interiore) viene considerato una forma di disciplina spirituale presso alcune forme di religione e spiritualità. Questo avviene particolarmente in quelle orientali: ad esempio, nel contesto induista, il silenzio è una delle forme di sadhana.

Nelle regole religiose cristiane, in particolare di clausura, il silenzio è uno dei vincoli obbligatori della vita comunitaria. >> ( Wilipedia)

Il mio pensiero si focalizza soprattutto sulle discipline orientali.

Perché?

Perché parlo troppo. Do sempre troppe spiegazioni alle persone che magari a loro non interessano. Dico troppo. Penso troppo e metto i miei pensieri a disposizione di tutti e non va bene.  Una cosa è scrivere qui, dove mi concentro su un argomento alla volta cercandi di rifletterci su, e offendo un punto di vista preciso, a chi sceglie di visitare il mio blog… che essendo mio, sticazzi, ci scrivo quello che voglio e tanto piacere. Anche se non mi legge nessuno, a me piace scrivere e mi rileggo io :D, ma sui social o nella vita al di là dello schermo è differente.

Voglio imparare ad essere silenziosa. Silenziosa dentro. E per farlo occorre chiudere la bocca e digerire i pensieri inutili, quelli che chiamiamo comunicazione, la comunicazione è un’informazione che crea differenza nell’altro.  Dare informazioni irrilevanti non è comunicare niente.

Mi sono chiesta, visto che non posso recarmi all’Ashram, cosa succederebbe se portassi qui l’Ashram?

Se all’improvviso osservassi 10 giorni di silenzio, imparerei a non ipercmunicare?

In passato quando i miei partivano per le vacanze e magari anche mio fratello non era in casa passavo anche una settimana senza parlare quasi con nessuno.

Andavo al mare da sola, poi portavo il cane a passeggio, poi andavo in palestra, cenavo, guardavo un film. Sola. Le parole che dicevo in tutto il giorno erano: buon giorno, buona sera, salve, arrivederci. Parlavo solo un po’ con Gilda. E mi sentivo bene. Meno parlavo più sentivo crescere la pace dentro di me, e poi…con il ritorno dei miei ovviamente cessava tutto.

Visto che purtroppo quest’anno sono sempre in compagnia a casa sarà difficile fare questo esperimento, ma non è impossibile applicarlo alla “vita on line”.

In questi giorni mi sono pestata le mani, varie volte. Ho contato fino a 10 e ho lasciato ferme le mani. Non ho violentato la tastiera. E devo dire che mi sento meglio.

Quanti di voi, se ci siete, vorrebbero provare questo esperimento e farmi sapere come si sono trovati?

Intanto la mia mente ha riesumato una canzone del 1992 degli Aeroplanitaliani che si intitola Zitti Zitti. E’molto attuale e vi saluto proprio con lei: Zitti Zitti che il silenzio è d’oro ad anche quando siamo in tanti, stiamo zitti in coro!