Dal diario di una tesista in crisi…

Lo sapevo!

Ero troppo tranquilla con questa cavolo di tesi.

Tutta contenta e fiera del lavoro fatto. ovvio nessuno ancora aveva corretto.

Ora mi è arrivata una delle correzioni che aspettavo e sono delusa.

Perchè non sono stata in grado di esprimermi in maniera tecnica??

Forse perchè mi fa schifo e volevo che la tesi fosse scritta con le mia parole??

Non lo so.

Ma il punto è che devo cambiare molte cose e il tempo stringe e se OSO dire che ho aspettato per le correzioni qualcuno potrebbe dirmi che è responsabilità mia perchè la comunicazione è circolare.Quindi se si è fatto tardi mentre aspettavo le risposte… è colpa mia!

Poi potrebbero farmi casini perchè i casi sono tutti individuali, e anche lì, colpa mia, non so forse avrei dovuto inventare una famiglia fantasma e un coterapeuta fantoccio per accontentare la commissione.

Non lo so.

Ora ho il panico di non riuscire a fare tutto in tempo. ohi ohi.

Lo sapevo che era tutto troppo tarnquillo.

Fanculo alle tesi, io le odio.

A cosa mi serve fare la tesi??

Uff non sono le tesi che determinano la mia capacità, quanto le supervisioni fatte.

Forse dovrebbero essere i docenti a scrivere una relzione su ognuno di noi all’ultimo anno,e su come ognuno di noi ha lavorato.

Che cavolo.

Beh ora smetto altrimento mi viene da vomitare.

E quando si voterà un giorno per la tesi la facoltativa sia all’università che nelle scuole di specializzazione post lauream, sarà la prima a votare!

cosa ha messo in gioco di me?

cosa ha messo in gioco di me?

mi ripeto dentro questa domanda. MI serve.

devo scrivere la crescita personale del mio caso clinico.

Cosa ha messo in gioco di me…

Devo rifletterci.

Mi trocvo davanti allo schermo con una tabula rasa in testa.

Perchè più che sentire forse ho agito. Ma non d’istinto… Non so come spiegarlo.

è come se fosse tornato in me quell’umorismo che avevo perso.

E’ tornata in questa terapia la capacità di sdrammatizzare, di fare battute e di far nascere un sorriso ma allo stesso tempo una riflessione.

Mi rendo conto che tutto queso però è legato alla mia terapia personale, che mi ha posto dall’altra parte della scrivania. Ho elaborato i miei casini interiori, ho messo ordine nelle mie relazioni e forse questo mi ha resa in grado di vedere meglio le relazioni degli altri.

Però devo anchr ammettere che il mio imprinting terapeutico è semza dubbio di stampo empatico. La mia prima mitica Tutor, che resterà la mia Tutor per sempre, mi ha regalato un’impronta Rogersiana che non ho mai abbandonato. Mi è servita durante gli anni per sentire meglio l’altro, per ascoltarlo, per accoglierlo. Poi Whitaker mi ha insegnato che esiste un mov in e move out. Ma avevo imparato in dialisi che si può entrare dentro la morte e poi uscire, scrollarsela di dosso per aiutare le persone che stanno male.

E’ stato tutto come un piatto elaborato ma in cui ogni ingrediente è stato sapientemente dosato per equlibrare il tutto.

Ed è così che mi sento.

Forse ho rimesso in gioco la mia capacità di “andare oltre”, l’ottimismo, la consapevolezza che dentro ognuno di noi c’è una forza nascosta che conserviamo e che possiamo far uscire fuori, perchè si puà uscire dalle difficoltà, ma noln è facile, a volte è necessario muoversima piccoli passi e camminare molto lentamente… E così ho fatto. Così sto facendo.

Aiuto la persona a prendersi il suo tempo, ad avere fiducia in se stessa, perchè le risorse dentro ognuno di noi sono infinite. Dobbiamo solo avere il coraggio di fare un viaggio dentro noi stessi per trovarle…

Nella mia crescxita personale… beh è stato utile perchè dopo le terapie ci credo sempre di più.

Ma basterà tutto questo ragionare per dare dignità alla mia tesina?? E chi lo sa?! devo muovermi a finirla, devo fare tante cose… Ma quando non c’è ispirazione è abbastanza difficile…

Ma come mi isegna la vita… a volte basta aspettare un po’, e tutto viene da sè!