Quelli degli anni 80

Mi è arrivata una catena or ora…. In genere cancello e butto via, questa però dice cose vere, una riflessione nostalgica e tenera, a volte malinconica su quella che è anche una parte della mia infanzia  Voglio condividerla, ricordandomi di quando sia stato bello essere bambina… e quanto mi manca quel mondo meraviglioso che si è spento inevitabilmente con la pubertà…
Lo scopo di questa missiva é quello di rendere giustizia a una generazione, quella di noi nati agli inizi degli anni ’80 (anno più, anno meno), quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostrigenitori valere oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 50 anni.
Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum per l’aborto e la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Italia ’90. Per non aver vissuto direttamente il ’68 ci dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più diquanto credono e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli minori e discendenti.
Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto, nonostante quelli che sono venuti dopo di noi sì che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice.
Siamo l’ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a saltare la corda, a giocare a lupo, a un-due-tre-stella, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori.
Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni.
Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il giorno dei Santi e non
Halloween, quando ancora si veniva bocciati, siamo stai gli ultimi a fare la Maturità e i pionieri del 3+2… o i primi della nuova maturità e gli ultimi del quienquennale….Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci
Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacquero allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione). Abbiamo piantoper Candy-Candy, ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie, abbiamo riso con Spank, ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D’Avena e imparato la mitologia greca con Pollon. Siamo una generazione che ha visto Maradona fare campagne contro la droga.
Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co. e
quelli per cui non gli costa niente licenziarci. Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico. Abbiamo imparato che cos’è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella Stanza Ovale; siamo state le più giovani vittime di Cernobyl; quelli della nostra generazione l’hanno fatta la guerra (Kosovo, Afghanistan, Iraq, ecc.); abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall’Italia, senza sapere molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre.Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque
altro, abbiamo giocato a Pac-Man, odiamo Bill Gates e credevamo che
internet sarebbe stato un mondo libero.Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di Clementina-e-il-Piccolo-Mugnaio-Bianco e del Drive-in.  Siamo la generazione che andò al cinema a vedere i film di Bud Spencer e Terence Hill. Quelli cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen, e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono. Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell’Arca Perduta.

Bevevamo il Billy e mangiavamo le Big Bubble, ma neanche le Hubba Bubba erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come resto. Siamo la generazione di Crystal Ball (“con Crystal Ball ci puoi giocare…”), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino, dei Puffi, i Volutrons, Magnum P.I., Holly e Benji, Mimì Ayuara, l’Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella, He-Man, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, i Barbapapà, i Mini-Pony, le Micro-Machine, Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con l’ascensore.
La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno insieme.
La generazione che non ricorda l’Italia Mondiale ’82, e che ci viene un riso smorzato quando ci vogliono dare a bere che l’Italia di quest’anno è la favorita…  L’ultima generazione a vedere il proprio padre caricare  il portapacchi della macchina all’inverosimile per andare in vacanza 15 giorni.
L’ultima generazione degli spinelli…

Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi: viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag;  facevamo viaggi di 10-12 ore e non soffrivamo di sindrome da classe turista. Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino. Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i gomiti. Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale.

Non c’erano i cellulari. Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni, tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno le rotelle!!

Magiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi. Al limite
uno era grasso e fine. Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere
e nessuno si è mai infettato. Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola, cosa che le nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con l’aceto.

Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canali televisivi, dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di tutto; bevevamo l’acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, che bevono anche i cani! E le ragazze si intortavano inseguendole per toccar loro il sedere e giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità, non in una chat dicendo 🙂 😀 😛

Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò.

Tu sei uno di nostri? Congratulazioni!

Invia questo a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di crescere come bambini.

Cinque

Amorino, ciao!

 

Prima stavo guardando E.T. …. Era la versione integrale.

Odio i film sugli alieni, a parte E.T.  Lui è così dolcissimo e teneroso… Mi sono fatta un pianto… Soprattutto quando si sente male e sta per morire… MI è tornato in mente quella orribile notte, Amore…. Questa notte alle 2:30 saranno 5 mesi senza di te.

Non dimenticherò mai lo strazio di quella notte. C’ero io con te….e hai cominciato a lamentarti…. Ti sei fatta la cacca addosso…. E già le zampette posteriori ti stavano abbandonando…

Ho capito la situazione stava precipitando del tutto quando ho sentito Andre che ti chiamava con la voce spezzata.

“Io sarò sempre qui” …. Me l’hai detto prima di andare via. L’hai detto a tutti noi.

Ci hai guardato un ultima volta poi… ha girato la testa e hai smesso di respirare…

Ho guardato la tua pancia. Non si muoveva. Ti ho preso la manina e non c’eri.

Sei andata via in un attimo…..

Il dolore non l’ho nemmeno sentito.

Non ti so spiegare bene cosa sia successo, ma non potevo piangere….emettevo dei suoni che non so spiegare…. Volevo solo gridare e maledire la mia mano bendata che non poteva toccarti.

Vorrei ancora gridare, vorrei che le lacrime prosciugassero il vuoto del mio cuore senza di te.

Cosa centri tu con E.T.  ….

Beh… più aliena di te amore cosa c’era??

Le orecchie grandi come un Greemlis, la mandibola storta con l’arcata inferiore che sporgeva…. La zampetta penzolante….

Ti chiamavo spesso Traghetta, pipistrellina…. Eri un po’ aliena… eri come me.

Anche io mi sono sempre sentita aliena.

Ma tu eri la mia creaturina bellissima.

 

Oggi mi sento più Bambina del solito e non me ne vergogno affatto.

Voglio pensare che quella notte il tuo spiritello alato è andato da qualche parte.

Cinque mesi…

Oggi una persona mi ha chiesto come faccio a stare bene senza essere fidanzata.

Non ti manca avere un ragazzo? Mi ha chiesto questa persona,

L’unica cosa che mi manca Amore mio sei tu!

Del resto ho sempre potuto fare a meno.

Perché di persone che non mi amano non me ne faccio nulla.

Quello a cui non so rinunciare sei tu.

Ma purtroppo, nulla potrà riportarti da me. Non ci sarà più una sera di novembre in cui una cesta rossa custodiva un miracolo meraviglioso.

 

Sto ascoltando una canzone di Pino Daniele: la mia casa sei tu.

Basta il titolo per capire…. Tutto è lontano per me…. Ma la mia casa sarai sempre tu,Come me nel mio cuore bambina mia.

Non smetterò mai di ripeterlo…..

Sei l’essere sulla terra che ho amato di più, e più conosco il genere umano più amo gli amici a quattro zampe.

In questo periodo che non passa mai, l’unica cosa che mi manca sono quei momenti solo nostri che mi riempivano il cuore… e non torneranno mai più. Forse questa è l’unica cosa che mi rende triste.

Posso fare a meno di tutto, ma non di due cose: me stessa e un amore così.

E so che la prima ci sarà sempre ma la seconda nessuno me la potrà mai dare.

 

Mi manchi tanto….

 

 

 

ILLOGICA DELL’EVANESCENZA

Non c’è nulla di esprimibile nell’evanescenza.

E cosa è più evanescente dei pensieri?

I pensieri…

Simboli astratti di parole inesistenti

Volano nella mente

Vagano per il corpo

Corrono veloci fermandosi, a volte

Per ricordarmi che non devo ascoltarli.

Cos’è un sentimento?

È un pensiero o un fantasma?

o un’illusione?

Il fantasma della tua voce che risuona dentro di me.

Il fantasma della mia voce che non vuole parlare ma dice qualcosa

(chiede)

Che non può ascoltare

Perché le domande sono

Troppe.

Incomprensibili

Insensate

Un mare di simboli pensierosi che si infrangono degli abissi più profondi me.

Ma chi sono io?

E tu con me.(?)

Non so cosa sei, so solo cosa non sarai e cosa io, mai, non sarò.

Ciò che siamo è in realtà ciò che non siamo e che saremo solo nel momento in cui

l’evanescenza dei pensieri diverrà pioggia,

e ogni goccia di quell’evanescenza morirà toccando il suolo

e con lei,

i miei pensieri ed io stessa e quella parte di me che non potrà esistere, mai.
 
 
(5-3-04)

Notteggiando…

Non ho sonno stanotte …

Ascolto il Cd dei Negroamaro, dolce ma graffiante, rockeggiante ma delicato, pieno di forza e dolcezza…

Mi accarezzano vari ricordi che si scontrano inevitabilmente con l’hic et nunc.

Qui e ora.

Il motto del mio approccio.

Ho sempre espresso un desiderio con duel alternative: o che mi rapissero gli alieni, o che venissi abbandonata in un’isola deserta, stile cast away … Sospinta dal desiderio di farmi finalmente i fatti miei, consapevole di sapermela cavare senza bisogno di nessuno.

 

Ora sono qui. Non ci sono alieni… non proprio… e non sono su un’isola deserta, ma sto ugualmente facendo la mia esperienza e sta andando tutto come sapevo che sarebbe andato.

Prova del 9?? Chi lo sa?!

Non mi sento sola, eppure esco pochissimo, parlo con poche persone, le mie attività principali sono lo studio, la “sopravvivenza” nel procacciarmi il cibo all’esselunga qui dietro, seguire la mia lezione settimanale, e poi dedicarmi finalmente a me stessa!

 

Lo studio mi sta offrendo spunti di riflessione che forse 100 uomini non mi darebbero. Sto capendo molte più cose adesso che in tutti questi mesi,

Ripenso a un anno fa, quando credevo di essere sprofondata in un incubo senza fine.

I soliti vecchi errori della solita vecchia Stè…

E svegliarsi la mattina…. Cercando di trovare la forza di alzarmi, guardarmi allo specchio e dirmi che non sono io l’errore cosmico di questo mondo. Anche se inevitabilmente malgrado tutti i cambi di percorso mi ritrovo sempre a fare il giro dell’asino.

Se su molenti.

Ma dimenticavo un particolare che a su molenti sardu du inculara una borta scetti!!

Ed è vero!

L’ho capito, e anche molto bene…. In una sorta di incrocio fra intolleranza, pietà e ostilità… che ci sono troppe persone sole.

Ma la differenza fra me e queste persone è che io nella mia solitudine ci sguazzo felice come in un luogo solo mio protetto… e non mi sento mai sola interiormente.

Nel mio cuore c’è tutto quello che mi serve. Non ho bisogno di ingannare gli altri né me stessa.

I miei momenti di tristezza me li gusto tutti.

Fino all’ultima lacrima.

E tu??

( parlo con un tu generico, il classico uomo della strada)

Tu puoi dire lo stesso??

Tu che corri da una parte all’altra senza sosta per dimenticarti che sei solo??

Per dimericarti che il vuoto che ti rende quando ti fermi e la tua incapacità di amare, di saperti perdonare di saperti prendere cura degli altri??

E quando ti senti solo hai bisogno di tappare quel buco di solitudine che fra quelle 4 mura urla troppo forte dentro di te, e magari …. Cerchi qualcuno come me.

Quanti ce ne sono di tappa buchi??

Siamo molti.

Ribelliamoci.

E’ una vita che abbiamo compassione degli altri… ma non è bene.

Assecondare una persona che non affronta la sua solitudine interiore è senza dubbio condannarla all’immaturità, ed è condannarla ad una vita priva di amore.

Esistono su questo pianeta splendide creature, meritevoli di ogni cura e amore ma che non sono in grado di esprimere il minimo sentimento per gli altri.

Magari sentono qualcosa che prude nel cuore, ma nessuno ha insegnato loro che quella cosa è affetto. Nessuno ha fatto loro vedere cosa vuol dire prendersi cura degli altri.

Prendersi cura degli altri è amore, ma non amore dal punto di vista erotico-sessuale … amore è amicizia, amore è saper dare agli altri una sensazione di fiducia. Amore è volersi bene e accettarsi e accettare gli altri.

Ma quando una persona si sente sola, non si ama, e il grido del suo silenzio rimbomba in ogni angolo del suo essere nel momento in cui il suo corpo e il suo cervello trovano uno stop.

Allo stop ci si deve fermare, senza cercare altre scappatoie. Bisogna avere il coraggio di capire perché la genialità, che non è altro che un’ottima riuscita di sublimazione, occupa lo spazio vitale che gli altri inevitabilmente perdono.

Quando tutto sarà detto e fatto… freneticamente, senza sosta… quando un giorni ti fermerai, e osserverai il tuo sguardo non più lucente e i capelli grigi, diradatisi sulle tempie.

Quando vedrai che il tuo sorriso non è più finte di luce sulle tue gote…Capirai che ciò che avevi non è fuori, ma te lo sei tenuto dentro a marcire.

E allora parlerà ancora quella voce che viene dal tuo cuore, e la solitudine ti apparirà allora come una donna vestita di bianco, smunta, con occhi spenti e l’aspetto spettrale…. E griderà sempre più forte il grido del tuo dolore. Solo. Incapace di amare.

E saprai in quel preciso attimo di agonia che hai perso tutto. E probabilmente, in quell’istante i tuoi occhi, velati di lacrime, si chiuderanno…. E piangerai… finalmente piangerai, e non sarà più la tua solitudine a parlare ma ciò che risuonerà in tutto il tuo corpo, non sarà altro che il tuo grido di dolore. E il silenzio finalmente sarà pieno di te.

Svegliarsi la mattina

 

E svegliarsi la mattina trallalalala…

Ma non con la voglia di parlare… bensì guardando all’improvviso in faccia questo nuovo giorno e fare la somma del tempo che passa.

Guardare il tempo da lontano, perdersi fra le correnti ambivalenti dei pensieri e delle convinzioni che ti parlano e che ti fanno credere.

Magico cervello…. Costruisci castelli fatati con carte da gioco, e basta un solo sospiro a buttarli giù.

E ci si sveglia una mattina con la consapevolezza che il cumulo del tempo che comprendeva tutto, compresa la notte prima è cambiato.

Cosa sia effettivamente cambiato a parte la scorza che conserva l’anima non si sa…

Cosa, quale piccolo particolare microscopico può servire a farti sentire diversa?

Non lo sai, però le associazioni di pensiero sono estremamente differenti.

I puntini di sospensione davvero non ci sono più, il rifiuto è chiaro, il pensiero intollerante ( sano) si fa strada finalmente fra i tuoi sensi e grida a squarcia gola… grida così forte che non puoi che dargli ragione…. C’è una sorta di languore dentro di te.

Niente passa mai davvero ma c’è la scelta. C’è la capacità di dire basta. Puoi controllare le tue fantasie, scegliere di farle vivere quando vuoi. Puoi prendere 1000 storie, scambiare i pezzi e farne ciò che vuoi. Fin a che TU sei padrona dei tuoi pensieri. Fino a che decidi che la tua autostima è più importante.

Non c’è niente da fare.

La strada sbarrata è stata distrutta e la deviazione porta altrove. In terre lontane.

Sicuramente è così.

Hai trovato la tua anima gemella: la vedi ogni mattina quando ti guardi allo specchio.

 

 

Jane… solo sulla carta!

Ho appena finito di vedere il film di Zeffirell su Jane Eyre… Mi spiace per il regsita ma non rende giustizia al libro, soprattutto perchè ha reso troppo sbrigative le ultime sequenze dimenticandosi che la Bonte ha descritto dei personaggi superbamente, e nel film questo si perde.
Si perde il racconto autobiografico, che è l’elemento principale del libro, si perdono alcune caretterizzzioni linguistiche proprie del testo, come epiteti… o le stesse dichiarazioni d’amore del signor Ronchester, si perdono i dialoghi, che erano il filo conduttore dell’amore fra Jane e il suo padrone.
Ovviamente bel film… commovente….Romantico, ma il libro è magico, leggetelo perchè è meraviglioso e mai nessuna pellicola potrà eguagliarlo.
A meno che per una volta non si scelga di seguire passo passo per lo meno le sequenze tempo rali della storia!
E poi.. William Hurt, grande attore… ma il signor Ronchester non era nè biondo nè scuccato, nè con gli occhi chiari.
Era scurissimo, coi capelli neri, ed era grande, aveva spalle grandi, era robusto.
Mah…. Come si dice?? de gustibus non dispuntandum est… però..Zeffirelli… poteva anche prestare più attenzione!
 
E va beh, almeno in un paio d’ore mi sono dimeticata di  tutto, soprattutto di quando mi sento male …E ho fantasticato su ipotesi e fantasmi romatici che aleggiano e voleteggiano nella mia testolina pazza di bimba.
 
Esistono parole che vorrei liberare o regaare se solo si potesse, ma a volte vogliamo che ci capiscano proprio quelle persone che non ci capiranno mai, compresi noi stessi.
troppi misteri e evrità nascoste anche nei ostri cuori che probabilmente non riusciremo mai a capire…
 
bello, il romaticismo… recuperiamolo, ritroviamo quel senso delle parole che abbiamo perduto, diamo vita a noi stessi usando parole sincere che sentiamo. Non abbiamo paura di farle vivere nel pronunciarle… la vita è così breve, e diciamo meno della metà delle cose che si dovrebbero o potrebbero dire.
Per fortuna essendo logorroica qualcuno lo batto sul tempo 😛
Ma non perdiamoci il meglio, non uccidiamo il romanticismo!!

e basta!!

Basta!
Mi son rotta le bolas di stare dietro a genete che parla.
Ma quante parole avrò sentito in vita mia?
Già dico troppe io con questo mio modo di essere sempre disponibile, e gentile, e di perdonare e di cercare di capire, e di andare sempre a fondo e di essere sempre sincera che basta guardarmi in faccia per capire cosa sto pensando.
Forse si torna al care-giver.
Parole parole parole… soltanto parole!!
E i fatti??
Dove stanno??
Qualcuno li ha dimenticati?
Sono inbernati in attesa di tempi migliori oppure li avete mandati in aspettativa?
Non si sa…. non ci sono. Ci sono solo parole al vento!
Non ci credo più.
Ha ragione la mia carissima amica…
Dimmi si o no senza promesse.
La domanda è: puoi esserci? No?! OK, non conto su di te.
Amen! Amici come prima, ma almeno lo so, e non mi viene la muffa sopra la testa.
Mi sono prorpio scocciata.
In questo periodo mi risalgono tante di quelle cose per la testa che veramente… mi pensto anche di avere buoni propositi nei confornti di chi mi ha deluso.
Sarò anche cinica, ma alla fine che cacchio… ma che rilevanza puoi avere nella vita??
Nessuna???E allora cambia aria, basta, che senso ha avere rapporti formali con genete a cui non interessa nulla di te e per te e lo stesso??
Non riesco a capirlo. Fino a che non mi ci trovo costretta per questioni professionale, posso anche capirlo e accettarlo, nel senso che ti do la ragione dei fessi e mi faccio i fatti miei. Ma in altri contestoi, nel quotidiano… Ma cosa me ne frega?
Ma basta!!
Ma alla fine faccio da me! Non per niente si dice chi fa da sè fa per 3.
Appunto, e allora, basta.
Meglio sola che mal accompagnata e così via.
C’è bisogni di fatti!
Mi sto rendendo conto di sviluppare una forte intolleranza nei confronti di chi fa finta di esserci.
Ho bisogno di gente che ci sia, non di illusioni, non di cazzate, non di frasi ipotetice, o di puntini di sospensione.
Le frasi vanno finite col punto. Ogni frase ha un suo punto. Mettiamo i punti di chiusura. Chiudiamo la porta, chiudiamo i capitoli e così via.
Basta per carità… Ok avere comprensione… ma fino ad un certo punto.
Perchè la gente non è chiara?
perchè tutti parlano e basta e nessuno fa niente?
Questa cosa non me la spiego.
Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te
Ditemi quello che volete ma io la pesno così.
Io nel rispetto per gli altri ci sguazzo, e per altri intendo il mondo.
Avere rispetto non significa necessariamente essere buoni con tutti.
Significa anche dire di no … chiudere un rapporto, o dire le cose come stanno, anche se fa male.
Meglio soffrire per una verita che per la delusione di scoprire l’inganno e le bugie, nonchè la delusione per la persona che ha ingannato e mentito.
E ve lo dice una che con un trauma del genere ci combatte ogni giorno.
 
Basta. Mi sono veramente scocciata e anche se non frega a nessuno io lo scrivo qui perchè  non se ne può più.
Fanculo ai buoni propositi, ma vai e fatti un clistere!
ma che cavolo!
 
Voglio persone accanto a me che esistano.
Non voglio fantasmi.
Quelli lasciamoli ai film dell’orrore.
 
Buona notte, visitatori!

Piccola Stella

Sei arrivata un giorno per caso su questa terra

Piccola stella…

Non sapevi come

Né quando…

Piccola,e strana,

inconsapevole delle tue forme

dei tuoi respiri e del mondo

Battevi forte in un universo fluttuante,

 fatto solo per te.

Come ci stavi comoda…

Comoda e calda,

così tanto da non voler vedere il sole,

così tanto… che sei caduta.

Hai deciso che quel sole non era per te.

Tu piccola stella preferivi il tuo piccolo mondo splendente

E sei passata di qui, illuminando di speranze giovani occhi intrisi di lacrime.

La tua scia è durata pochi istanti.

Un attimo, un breve gemito, e di nuovo accanto alla luna,

quella luna calda solo per te.

Solo per i tuoi occhi.

Sei la mia stella.

Sulla tua scia la mia vita si è insinuata inconsapevole.

Desiderata.

Attesa e cercata in ogni angolo di quel cielo che ti aveva rapita.

Ho aperto gli occhi,

è stato strano,

è stato fulmineo…

un’ondata di freddo ha invaso il mio corpo,

una luce mai vista mi trapassava gli occhi semichiusi…

Ho avuto voglia di piangere, di gridare

Di dire al mondo con tutta la forza che le mie corde vocali potevano avere allora di dire al mondo che ora esisto.

Non eri fatta forse per quelle sensazione strane…

Rumori assordanti che prima erano solo echi lontani che rimbombavano fra le pareti ossee della mia piccola tana… un colpo forte all’inizio.. mi ha fatto provare uno strano dolore alla natica…

Bel fardello mi hai lasciata in eredità, ho pensato…

Ma grazie… grazie di essere passata da me e avermi ceduto il tuo posto, piccola stellina.

La Principessa delle api, Signora della Luna calda ti tiene fra le braccia, e ti splendere nelle notti di primavera.

In quelle notti troppo spesso bagnate di pioggia adesso soffia un venticello leggero e fresco, e quando il cielo incontra il maestrale, posso vederti risplendere di eterna luce.

Sulla tua scia, piccola stella, vivo.

Sulla tua scia, ho il compito di andare avanti, regalandoti un sorriso per ogni giorno che mi hai concesso.

Sulla tua scia per sempre ti amerò sorella Stella.

 

 

 

… Tua nel cuore

Nell’anima…

                                                                                                             

deformazione professionale o dubbio amletico?

La giornata di oggi si presenta estremamente fruttuosa da ogni punto di vista.

A parte che il capitolo sul linguaggio l’ha scritto Gulotta con la collaborazione della mia prof, e mi sembra quasi di sentirla. Che donna! Vorrei essere come lei!

Poi… fruttuosa  dal punto di vista di approfondimenti e di ragionamenti interiori.

Credo che nel momento in cui lo studio di un argomento accenda varie lampadine nel cervello, sia un buon segno.

 

Leggevo cose già studiate sulle relazioni simmetriche e complementari, e un piccolo pensiero si è insinuato in me.

Ci sono cose che si  vorrebbero dire alle persone che amiamo…. Cose importanti, ma a volte relative a meccanismi che IO comprendo perché sono del settore.

 << ah sei psicologa- mi dicono- quindi se parlo mi analizzi >>

No, non è così. Io non analizzo le persone, non sono così. Non sono freudiana, sto tutta da un’altra parte.. Però, dopo 5 anni di studio, 1 anno di colloqui di sostegno e mezzo anno di studio specialistico…. Qualcosina la noto.

Sarà colpa di tutti quei film dossier che ho guardato nell’arco di almeno 10 anni??

Avrò cominciato a 8/ 10 anni… e ho continuato almeno fino ai 18.

Ogni mercoledì sera c’era l’appuntamento. Poi Enza Sampò faceva delle interviste.

Dall’abuso sui minori alla pedofilia, dai disturbi alimentari alla schizofrenia… non me ne sono persa uno…

Insomma… ci ho fatto l’occhio… e ho sempre avuto una passione sfrenata per le diagnosi.. Sarà colpa di mio papà??? Ne ho sempre discusso con lui…

 

Comunque… sta di fatto che noto inevitabilmente delle cose…. E il mio cuore mi spinge a parlarne con le persone a cui tengo.

Ma dall’altra parte mi chiedo… Capirebbero le mie parole?? Potrei ferirle?

Le mie affermazioni, potrebbero essere fraintese…

E malgrado tutto l’amore che mi spinge a pronunciarle…

 Mi sembrerebbe, al di là della mia professione ( chiamiamola così, anche se son disoccupata!) di sputare sentenze.

Dunque… deformazione professionale o dubbio amletico??

Oppure la mia è una deformazione professionale sottoforma di dubbio amletico??

 

Come si fa??

Eppure pensare a certe cose mi fa molto male.

Sapere che qualcuno a cui voglio bene rischia di soffrire… sapere e non poter parlare, non poter in un certo senso “salvare” le persone che ami da un futuro pericoloso mi fa soffrire.

 

Ecco… sta tornando il tratto care-giver di Stè-mammina!!!!!!!

 

Ma in questo caso lo faccio per affetto, per amicizia e per stima.

Vorrei che le persone a cui tengo fossero felici, vorrei che fossero amate e rispettate. Vorrei che fossero in grado in prendersi cura degli altri.

Vorrei che avessero rispetto e amore.

Vorrei che imparassero a provare cosa vuol dire dare amore e riceverlo.

Senza piegarsi, senza aver paura…

Vorrei evitare loro di soffrire e di ritrovarsi in solitudine.

Ma non la solitudine di fatto, la solitudine interiore.

Quella sensazione di aver perso ogni occasione, l’inconsapevolezza della propria condizione, l’illusione di essere felici, sapendo che tutto è solo dolore….

 

Parlare o tacere? Questo è il problema.

 

letteratura, poeti e psiche

yukh

non ho messo accenti, ma la parola nella sua lingua originale rende di più.

PSICHE…. Meraviglioso miracolo, mistero, scoperte e segreti che forse nessuno mai scoprirà!

La psiche umana è una delle mie passioni e devo dire che l’Esame di Stato non è poi una gran rogna perché mi sta permettendo di approfondire tantissimi argomenti, e di usare libri che ahimè avrei dovuto usare prima. Ma tutto serve.

E oggi, mentre approfondivo l’argomento linguaggio, mi ha colpito una frase, relativa ad uno dei miei miti della letteratura: Shakespeare!

Il manuale dice: << alcuni studiosi ritengono che il genio di William Shakespeare è in parte riconducibile  alla sua tendenza a creare parole nuove per mezzo dell’accostamento di morfemi esistenti; infatti si pensa che Shakespeare abbia coniato più di 1700 parole che rappresentano l’8,5% del suo vocabolario, oltre ad innumerevoli espressioni inclusa la stessa parola “innumerevole” >>

 

Cosa centra questo con la Psiche?? Tutto 😉

Per lo meno nel mio percorso personale.

Una volta parlando con i miei genitori, mia madre mi chiese cosa mi aveva portata  verso la scelta di studiare psicologia.

Non ho risposte precise a parte: letteratura, poeti e mi viene in mente Leopardi, che io ho amato molto. A questo si aggiungeva il dover avere a che fare con la prof.  M. di storia e filosofia. I suoi evidenti problemi psicologici mi incuriosivano.

Ma soprattutto sono stati loro: i poeti, gli scrittori, i letterati e lo studio della letteratura italiana e non a spingermi più in fondo.

Esalto le le loro figure poiché rappresentano per me i migliori maestri di conoscenza dell’animo umano, perché solo che conosce può descrivere… e paradossalmente fin dalle tragedie greche che ho avuto la fortuna di leggere e analizzare, i veri maestri sono i letterati, sono quelli che si mettono in gioco offrendo al mondo il loro pensiero. Il loro linguaggio, il loro modo di comunicare cosa sia il mondo, la vita, e le persone.

 

Ricordo che al secondo anno addocchiai una materia: sociologia della letteratura. Un’opzionale che si poteva sostenere solo al 3 anno. Ma il mio 3 anno è stato l’inizio della fine. E l’esame fu tolto…

Sarebbe stato sicuramente interessante ..

Ancora adesso, sono più che convinta che i veri maestri i veri insegnamenti sia ritrovino in tutte quelle poesie o romanzi su cui è impressa tutta l’anima dell’autore.

Si parte da lì. Ho imparato più da loro che da ogni altro.

Libri, comunicazione, linguaggio… parole sull’anima e sulla psichè. Ecco il nesso.

Ecco perché continuo a credere, ancora e nonostante tutto a Psichnos.

Perché fino a che c’è uomo c’è psiche ed è nostro compito essere preparati a capire i fenomeni relativi all’uomo. Tutto è impregnato di uomo. Dall’architettura alla cucina, dallo sport all’ingegneria meccanica. Che lo vogliamo o no, la psiche è un elemento dominante nella società. La psichè è l’unica vera potenza che esiste e ce l’abbiamo noi e l’esserne consapevoli è un privilegio di cui tanti si dimenticano.

 

Mi è venuto in mente questo oggi.

L’esame di stato sta avendo il vantaggio di rendermi più consapevole rispetto al mio futuro lavorativo.

 

Vorrei che ci fosse una maggiore coesione di categoria, vorrei che si cambiasse politica e si andasse più verso una cooperatività di categoria piuttosto che sulla paura che ci si rubi il lavoro.

Dove c’è uomo c’è psiche, e dove c’è psiche, noi abbiamo il dovere di esserci, di formarci e di essere all’altezza.

Aiutando a migliorare la qualità della vita, insegnando ai nostri clienti come “essere i terapeuti di se stessi” noi facciamo   qualcosa anche per la società.

Solo per questo dovremmo farci un esame di coscienza e migliorarci ogni di più. E’ un dovere verso noi stessi e per chi si affida alla nostra professionalità!

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