Non ci sono dubbi.
Meglio soffrire a tempo determinato piuttosto che morire lentamente dentro, fino alla morte fisica di centellinata agonia giorno per giorno.

Ci possono essere giornate storte.
Ci possono essere residui di dolore.
Di delusione.
Ci sono ancora lacrime che devono lavarmi dentro.
C’è ancora tasta spazzatura da buttare,
e un lutto da finire di rielaborare.
Ma tutto questo è meglio dell’agonia,
tutto questo è vita e non morte.
Il miglior gesto d’amore che possiamo fare è scegliere la nostra salvezza, scegliere il bene per noi, che di riflesso diventerà poi anche il bene per gli altri.
Non setterò mai di ripeterlo, non c’è niente di più essenziale che noi stessi.
Al resto di può rinunciare.
Il significato della nostra vita sta solo dentro di noi, non sono gli altri a darcelo.
E’ tutto dentro di noi.
Abbiamo domande,
risposte,
soluzioni,
noi siamo la cura,
noi siamo il senso,
siamo la debolezza e la forza che ci salva.
Siamo un mondo in divenire,
ad ogni respiro,
ad ogni passo.
Ho scelto ME.
Ho scelto l’amore per ME.
Ho scelto di vivere attraversando il dolore, non di vivere con il dolore.
Non sono pentita.
Preferisco 1000 volte tutto questo a quella atroce alternativa che mi aspettava al varco.

Ricorda:

<< Chi ti ama c'è sempre,
c'è prima di te,
c'è prima di conoscerti <<
Margaret Mazzantini – Non ti muovere –

La verità…

è che avevo perso l’umorismo.

Nella vita e in terapia.

Perdere quella parte, quella risorsa così essenziale per me…è stato una catastrofe,

è stato come se mi avessero amputato un arto per un po’ di tempo…mi sentivo troppo a disagio…soprattutto durante la stesura della mia tesina per l’esame del secondo anno.

Una tesina sull’umorismo. 

In quel caso…il Maestro Pirandello si sarà dispiaciuto…lui che è sempre stato il grandissimo ispiratore della mia vita, del mio modo di vedere il mondo, e di esserci in terapia…cosa avrebbe pensato di quella triste e seria tesina?

Era senza anima.

Ma non per niente quella tesina l’ho scritta nel 2008. 

L’ondata mortifera ha colpito la mia salute fisica e anche il mio umorismo.

E ho mentito.

Quando ho sostenuto l’esame finale del secondo anno, durante la discussione, la prof mi ha chiesto cosa mi fosse successo…non si aspettava di certo una tesina sull’umorismo così priva di spirito.

E io….dentro di me volevo dire la verità, ma ho pensato che mi averebbero presa in giro…e ho omesso una parte della verità.

Ho detto che è per via di un lutto inaspettato, il mio umorismo era andato via.

Ok, ci stava ed era un po’ vero…ma solo al 20 %

In realtà….dopo il mio umorismo se n’è andato dopo La morte delle favole ( c’è il post con l’omonimo titolo).

Si è stato quello il vero motivo che ha fatto andare via il mio umorismo! 

E ora…che nel mio corpo sento scorrere la salute e la gioia, mi rendo conto che quel guizzo è tornato…quel bagliore…quella parte così mia, buffa e umoristica è rientrata in me…Mi rendo conto che … in questi anni era come sopita. 

Perchè la verità è che siamo umani e che certe cose non riusciamo a perdonarle e se ci sforziamo di farlo, il risultato è che tutto poi va male. Peccato capire queste cose quando ormai tutto è deceduto, compresa una buona fetta della mia salute, e alcuni organelli, come le tonsille…ormai devastate e la cistifellea…che probabilmente dopo essere stata sezionata e analizzata sarà finita in qualche busta della spazzatura speciale… 

La verità è che il mio umorismo è morto per quel motivo, e ora lo vorrei gridare, e vorrei gridare a tutti di non soffocare mai quello che il cuore grida.

Anche se sono cose brutte.

Anche se il cuore dovesse dirvi: no, io non ce la faccio a sopportare questo “torto” non è possibile perdonare.

Ascoltatelo, il vostro cuore interiore…Perchè se non lo ascoltate, lui farà parlare il vostro cuore fisico, che poi manderà il messaggio ad altri organi, e ben presto starete male dentro…qualcosa in quella parte profonda di voi…sarà come stonata.

Una luce si spegnerà.

E non è giusto.

Non c’è niente per cui valga la pena di soffocare se stessi, niente. E nessuno.

La verità l’ho detta ora. L’ho scritta qui.

Ne avevo bisogno.

Ma non aspettate anni per liberarla…. la verità è un tesoro, è un tesoro che non può restare dentro di noi, la verità è sana solo se può volare.

Se la tenete chiusa dentro di voi, marcirà, e farà marcire anche voi.

Invece no. Lei deve brillare. Per farci brillare, per farci essere liberi!

Per farci essere semplicemente …noi!

Alzati e cammina!

Non è tragedia quella che gli altri definiscono tale, ma è tragedia quella cosa che nel tuo cuore senti come tale.

Quell’evento che il cuore te lo porta via.

Quell’evento che veloce come una folata di vento impazzito, spazza via in un nanosecondo tutti i tuoi sogni, le tue certezze, e una parte di quel futuro che volevi costruire.

Quello è tragedia.

Rimanere inerme davanti ad un pezzo di vita inatteso.

Credere di morire ma sapere, averne la certezza, di sopravvivere.

Non è la prima tragedia.

Non sarà l’ultima.

Hai passato cose molto peggiori, hai vissuto dolori molto più profondi.

Hai affrontato tutto.

Ti sei detta: alzati e cammina.

Metti un piede davanti all’altro.

Si comincia così, e così si va avanti.

E tutto passa perchè tutto torna, perchè la vita è come una corrente, ti può portare indietro pezzi di vita per farteli rivedere…per vedere cosa è rimasto dopo il logorio delle onde.

Ma la corrente, ti porta anche avanti, verso nuovi orizzonti.

Alzati, ogni volta che cadrai. Continua a camminare. 

Cadrai di nuovo, a ad ogni caduta ti saprai rialzare, perchè malgrado le tragedie facciano male, malgrado non sia giusto per niente…a volte ciò che resta… Va comunque bene così…perchè stai camminando. 

Camminare è essere ancora vivi, camminare significa che il viaggio non è finito, c’è ancora tanto da guardare.

A volte potrai inciampare, perdere l’equilibrio, o fare un movimento sbagliato, prendere una storta…Ma cammina, ricordati sempre, se cadrai di nuovo, che è la vita il bastone che ti aiuterà.

Ogni volta.

Ogni volta che cadrai.

Alzati! E cammina!

 

 

 

it’s time…my time

Sto lentamente riflettendo sul concetto di TEMPO.

Ma non pensate a niente di filosofico.

Non mi piace la filosofia,mi fermo ai pre-socratici. Arrivo a Socrate. Mi fermo.

Il resto è tutta gente malata di mente secondo me. 

Non c’era la psichiatria e li hanno fatti parlare 🙂

Io preferisco ragionare da sola.

Attingo qua e la. Leggo. Esperisco e vedo cosa costruisce il mio cervello.

Non ce la faccio a fissarmi su una cosa sola…

Sicuramente Tiziano Terzani però mi sta dando molti stimoli e mi sta facendo usare il cervello.

E tornando a Socrate sono sempre più convinta che ci siano le idee, piccoli bruchi che poi escono dalla testa come farfalle, sono dentro di noi, dobbiamo solo farle uscire…liberarle, in qualunque modo possibile

( esclusa la violenza e gli omicidi si intende!!!)

E dunque pensavo al concetto di tempo…

a come tutti lo inseguono…

” il tempo è denaro”

“chi ha tempo non aspetti tempo”

” non perdere tempo”

“hai buttato la tua vita, ha sprecato il tempo”

Sono tutte cose che si dicono….

MI sono chiesta che cosa sia allora il tempo… e siccome non mi vanto di essere una grande pozzo di scienza o una indottrinata ho fatto una cosa molto banale:

ho cercato su wikipedia, come farebbe “il lattaio sotto casa mia” – citazione della prof. di ps. giuridica-

Ebbene sotto la voce tempo ho trovato questo:

<<Il tempo è la dimensione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi. Essa induce la distinzione tra passatopresente e futuro. La complessità del concetto è da sempre oggetto di studi e riflessioni filosofiche e scientifiche.>>

… misurare gli eventi…

Poi penso che a volte gli eventi non si misurano affatto.

Prima forse era più facile perchè si usava il sole…e di notte qualche candela…poi il tempo era scandito con le campane a mezzogiorno…e per il resto erano le azioni che determinavano lo scandire di ogni giornata…che però…alla fine non è uguale per tutti. 

Per cui già mi pare come se ci fossero diversi tempi…

Altrimenti non spiegherebbero i ritardatari…quelli che hanno bisogno di manipolare l’orologio mandondolo avanti indietro…

E questa cosa mi ha fatto pensare ad Eistein…

premetto che io sono ignorante come una capra…o peggio, in fisica.

Mi sono sempre rifiutata di studiarla perchè la mia prof non usava correttamente i verbi. E io non la capivo. Era noioso e non mi appassionava. Per e è una materia che come la matematica appartiene ai cosiddetti “misteri della fede”. Ci credo. e questo mi basta. Ma non chiedetemi di studiarle perchè non mi interessa.

Però…la relatività non è un concetto solo fisico, ma anche umano secondo me, e anche relazionale…

Perchè tutto è rlativo!

Anche il tempo…

einstein_2

 

La percezione del tempo è diversa in ognuno di noi.

Un’ora di matematica per non sono 60 minuti, sono 4 mesi!…di agonia! ( ad esempio)

Oppure…quella strana dilatazione del tempo che avviene durante un bacio…che ti sembra che duri per sempre…

Insomma è il tempo è vario…

Ora mi chiederete come mai tutte steste ovvietà…aspettatate, fatemici arrivare…

Pensavo all’orologio come oggetto stressante.

MI direte: che cosa???? ma è un utilissimo attrezzino, come faremmo senza di lui??

Vero.

Ma è anche vero che a volte l’orologio ci fa finire…come…LUI:

bianconiglio9

 

è tardi…è tardi…

MA TARDI PER COSA?

Per tutto quello che BISOGNA fare.

E chi lo decide…

Riflettiamoci.

Lo decidete VOI???

Siete sicuri?

Io non lo sono più tanto.

Pensiamo di avere noi il controllo del tempo ma in realtà c’è una grandissima fetta di tempo che viene imposta e controllata dalla “società” , chiamiamola così…

Ti dicono che a seconda delle scelte che fai e a secon a di COME gestisci il tuo tempo, vai bene o meno.

Ad esempio: se decidi di sposarti a 23 anni o 25, ti diranno: sei troppo giovane, hai così tanto tempo….butterai via la tua vita. Fatti una carriera.

Ma perchè scusate? Ma chi siete voi per dirlo? Chi l’ha deciso?

Oppure…uno decide di viaggiare fino a 50 anni… 

Ma non va bene comunque…Perchè poi: sei uno scansafatiche…hai sprecato il tuo tempo, non hai FATTO nulla…

Ma chi l’ha detto questo?

Chi è che decide’

Chi è veramente padrone del nostro tempo?

Non dico che non sia giusto avere qualche scadenza…

Ma ad esempio… Già all’università la mia salute mentale migliorò notevolmente perchè potevo organizzare IO il mio tempo. Ho sempre studiato quando ero ispirata e come volevo io.

C’è chi pensa che io abbia “buttato” sui libri gran parte della mia vita.

Solo perchè magari non uscivo tutti i giorni…o non andavo a ballare, o non avevo il ragazzo.

Poverini!

Io all’università mi sono divertita un sacco 🙂 Ho studiato solo quando ne avevo voglia, ho ascoltato un sacco di musica, letto un sacco di libri, scritto un sacco, visto un sacco di film, andavo tutti i giorni circa due ore in palestra dove mi divertivo e vedevo gente, andavo al cinema quasi una volta a settimana, andavo a teatro… Se per alcuni tutto questo è buttare via la propria vita…Non è un problema mio! 🙂

Era il MIO tempo, inserito in quella particolare manciata di tempo detto detto “Vita di Stè” 🙂

Ma torniamo al famoso orologio. 

L’ho sempre tolto d’estate traendone molto giovamento, ho smesso di avere quella terribile sensazione di “sentirsi nudi” senza orologio. 

Poi … è arrivato il 2012…O meglio…dovrei dire che è arrivato il 2008, che i ha portato al 2012. In mezzo ci sono tantissimi problemi di salute di natura psicosomatica di cui purtroppo non mi sono ancora liberata. Evidentemente il processo di disintossicazione , dal punto di vista organico, purtroppo ha un tempo lungo.

( e vedete che torniamo sempre alla relatività del tempo???)

La frenesia, il tempo, la corsa, la velocità…

mi avevano sempre limitata.

Per fare tutto in fretta, ho dovuto quasi mettere da parte due importantissime elaborazioni di lutto. E questa cosa mi ha fatto solo male, perchè non mi sono presa il MIO tempo.

Poi, dopo il 2012 ho deciso che avrei agito in modo diverso.

Mi sarei presa tutto il tempo necessario…un tempo indeterminato.

Il caso (??) ha voluto che mi si scaricassero tutti gli orologi. E siccome sono distratta e sconchiata e prevalentemente vivo in un mondo tutto io…mi sono sempre dimenticata (???) di portarli a ricaricare…

Cosa è successo?

Cosa vuol dire vivere un periodo di recupero psicofisico, semi disoccupata e senza orologio??

ve lo dirò con un’immagine che per me è chiarificatrice:

ragazza sveglia

 

Eh si.

Io sono…”una ragazza sveglia” 🙂

Ho ritrovato ed esperito una dimensione fatta di tempi solo miei.

Questo annullamento del tempo comune, che ho mantenuto solo per il pilates  e per i pazienti, mi ha permesso di capire quali siano le mie esigenze fisiche e mentali.

E leggendo Terzani ho capito che è inutile viaggiare per il mondo e cercare di apprendere tante cose se poi non si fa il viaggio più importante: quello dentro se stessi. perchè solo chi conosce davvero se stesso è in grado di conoscere tutto il resto. Siamo Totalità nella Totalità, e abbiamo un istinto, forse troppo castrato, oramai, che ci porta a tendere verso quel tutto che è il mondo è che è in NOI.

Non importa se per fare il mio viaggio ci metterò il tempo di una vita, ma so che non sarà un tempo “buttato”. 

Chi ci dice una cosa del genere non ha capito niente e si riferisce e a se stesso.

Io non ho mai buttato nulla della mia vita. Anche le cose terribili che mi sono successe alla fine mi sono servite per arrivare ad oggi, e la qualità del mio tempo la scelgo io. La faccio io.

E vorrei invitare tutti quanti a riprenderla.

Non permettete a nessuno di dirvi che state buttando il vostro tempo.

Anzi, riprendetevelo.

Avete voglia di passare la domenica al buio a letto?

Fatelo, ma chi ve lo impedisce? Probabilmente se la vostra psiche e il vostro corpo ve lo chiedono ne avete bisogno, perchè potrebbe essere la migliore dormita della vostra vita e magari dopo quella domenica avrete capito qualcosa che non avreste capito altrimenti.

Ci sono tante vita in una vita. Ogni fase del ciclo vitale è un tempo di vita, ogni cambiamento è fine e inizio di una nuova vita…è un continuum di vite che si scandiscono in un unico tempo che è tanti tempi.

E’ bellissimo.

IO sto andando piano piano.

Ma mi rendo conto sempre di più che questa è la via.

Sono disoccupata, senza soldi, senza casa, senza marito, senza figli, senza prospettive.

Non ho niente.

Ed è bellissimo.

Perchè ho tutto il tempo dentro di me per capire, per conoscere, per arrivare nella mia direzione.

Il MIO tempo è oltre la dimensione reale anche se io lo vivo in questa dimensione.

Questo è il viaggio migliore che abbia fatto, e sono sicura che non appena sarà possibile sperimenterò il silenzio e la meditazione ( sempre tutto a modo mio).

Il tempo interiore è una grande cosa.

Ritrovatelo.

Datevi tempo, perchè solo voi potete farlo…

Il tempo è dentro di noi!

 

è così difficile…

… a volte non cedere alla voglia di lanciare imprecazioni,

maledizioni,

mincacce…

Ma con un po’ di forza di volontà, 

con il “respira e scava”,

si riprende una quota più umana e ci si guarda dentro.

E sono sempre più consapevole dei miei errori verso me stessa.

Ma tutto ciò mi serve.

Mi serve per aiutare gli altri, mi serve per capire me stessa e avere dei nuovi parametri vitali e relazionali.

MI serve a capire quanto un ‘anima sofferente possa parlare attraverso un corpo che si devasta da solo.

Torno in dietro nel tempo, e ripenso all’attimo in cui ho scelto la strada sbagliata, 

non posso cambiare la mia scelta,

ho cambiato direzione troppo tardi e ora ci sono danni che non posso evitare.

Ma mi serve per il futuro,

per non rifare gli stessi errori, per ricordarmi che ho certi limiti, e che forzare il processo del persono a volte non è sano. è solo una presa in giro, un demone che credi di aver sconfitto ma che mangia lentamente il tuo corpo, per provocarlo, come dire: vediamo se ora riesci a fare qualcosa!

Ma è sempre troppo tardi quando capisci che quella scelta era sbagliata.

E ora, mi ritrovo qui a pensarci e mi sento frustrata e impotente.

Ma so che tutto  questo è utile.

MI ricorderò di tutto questo sempre, e ne trarrò il giusto insegnamento.

La salute è una ragione sufficiente per proteggerci da tutti coloro che nel bene o nel male sono come dei funghi, delle muffe…dei parassiti letali che piano piano ci uccidono. Prima dentro, piano piano poi anche fuori.

Bisogna stare attenti, ascoltarsi di più… non aver paura di ascoltare ciò che il cuore in fondo ci dice, anche se non vogliamo accettarlo.

 

 

Così celeste Elisa

Un attimo di celestiale armonia,

voce mistica

viaggio nel tempo

nello spazio

nell’amore…

 

Non in un cassetto ma dentro al cuore, li devono stare i sogni!!!

Martin luter king

“I have a dream”

(di Martin Luter King)

 

Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro paese. Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firmò il Proclama sull’Emancipazione. Questo fondamentale decreto venne come un grande faro di speranza per milioni di schiavi negri che erano stati bruciati sul fuoco dell’avida ingiustizia. Venne come un’alba radiosa a porre termine alla lunga notte della cattività.

Ma cento anni dopo, il negro ancora non è libero; cento anni dopo, la vita del negro è ancora purtroppo paralizzata dai ceppi della segregazione e dalle catene della discriminazione; cento anni dopo, il negro ancora vive su un’isola di povertà solitaria in un vasto oceano di prosperità materiale; cento anni dopo; il negro langue ancora ai margini della società americana e si trova esiliato nella sua stessa terra.

Per questo siamo venuti qui, oggi, per rappresentare la nostra condizione vergognosa. In un certo senso siamo venuti alla capitale del paese per incassare un assegno. Quando gli architetti della repubblica scrissero le sublimi parole della Costituzione e la Dichiarazione d’Indipendenza, firmarono un “pagherò” del quale ogni americano sarebbe diventato erede. Questo “pagherò” permetteva che tutti gli uomini, si, i negri tanto quanto i bianchi, avrebbero goduto dei principi inalienabili della vita, della libertà e del perseguimento della felicità.

E’ ovvio, oggi, che l’America è venuta meno a questo “pagherò” per ciò che riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare questo suo sacro obbligo, l’America ha consegnato ai negri un assegno fasullo; un assegno che si trova compilato con la frase: “fondi insufficienti”. Noi ci rifiutiamo di credere che i fondi siano insufficienti nei grandi caveau delle opportunità offerte da questo paese. E quindi siamo venuti per incassare questo assegno, un assegno che ci darà, a presentazione, le ricchezze della libertà e della garanzia di giustizia.

Siamo anche venuti in questo santuario per ricordare all’America l’urgenza appassionata dell’adesso. Questo non è il momento in cui ci si possa permettere che le cose si raffreddino o che si trangugi il tranquillante del gradualismo. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia; questo è il momento di levarsi dall’oscura e desolata valle della segregazione al sentiero radioso della giustizia.; questo è il momento di elevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell’ingiustizia razziale alla solida roccia della fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i figli di Dio. Sarebbe la fine per questa nazione se non valutasse appieno l’urgenza del momento. Questa estate soffocante della legittima impazienza dei negri non finirà fino a quando non sarà stato raggiunto un tonificante autunno di libertà ed uguaglianza.

Il 1963 non è una fine, ma un inizio. E coloro che sperano che i negri abbiano bisogno di sfogare un poco le loro tensioni e poi se ne staranno appagati, avranno un rude risveglio, se il paese riprenderà a funzionare come se niente fosse successo.

Non ci sarà in America né riposo né tranquillità fino a quando ai negri non saranno concessi i loro diritti di cittadini. I turbini della rivolta continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione fino a quando non sarà sorto il giorno luminoso della giustizia.

Ma c’è qualcosa che debbo dire alla mia gente che si trova qui sulla tiepida soglia che conduce al palazzo della giustizia. In questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste.

Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.

Questa meravigliosa nuova militanza che ha interessato la comunità negra non dovrà condurci a una mancanza di fiducia in tutta la comunità bianca, perché molti dei nostri fratelli bianchi, come prova la loro presenza qui oggi, sono giunti a capire che il loro destino è legato col nostro destino, e sono giunti a capire che la loro libertà è inestricabilmente legata alla nostra libertà. Questa offesa che ci accomuna, e che si è fatta tempesta per le mura fortificate dell’ingiustizia, dovrà essere combattuta da un esercito di due razze. Non possiamo camminare da soli.

E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre in avanti. Non possiamo tornare indietro. Ci sono quelli che chiedono a coloro che chiedono i diritti civili: “Quando vi riterrete soddisfatti?” Non saremo mai soddisfatti finché il negro sarà vittima degli indicibili orrori a cui viene sottoposto dalla polizia.

Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri corpi, stanchi per la fatica del viaggio, non potranno trovare alloggio nei motel sulle strade e negli alberghi delle città. Non potremo essere soddisfatti finché gli spostamenti sociali davvero permessi ai negri saranno da un ghetto piccolo a un ghetto più grande.

Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri figli saranno privati della loro dignità da cartelli che dicono:”Riservato ai bianchi”. Non potremo mai essere soddisfatti finché i negri del Mississippi non potranno votare e i negri di New York crederanno di non avere nulla per cui votare. No, non siamo ancora soddisfatti, e non lo saremo finché la giustizia non scorrerà come l’acqua e il diritto come un fiume possente.

Non ha dimenticato che alcuni di voi sono giunti qui dopo enormi prove e tribolazioni. Alcuni di voi sono venuti appena usciti dalle anguste celle di un carcere. Alcuni di voi sono venuti da zone in cui la domanda di libertà ci ha lasciato percossi dalle tempeste della persecuzione e intontiti dalle raffiche della brutalità della polizia. Siete voi i veterani della sofferenza creativa. Continuate ad operare con la certezza che la sofferenza immeritata è redentrice.

Ritornate nel Mississippi; ritornate in Alabama; ritornate nel South Carolina; ritornate in Georgia; ritornate in Louisiana; ritornate ai vostri quartieri e ai ghetti delle città del Nord, sapendo che in qualche modo questa situazione può cambiare, e cambierà. Non lasciamoci sprofondare nella valle della disperazione.

E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.

Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.

Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza.

Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto; terra dove morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice di montagna risuoni la libertà; e se l’America vuole essere una grande nazione possa questo accadere.

Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New York.

Risuoni la libertà negli alti Allegheny della Pennsylvania.

Risuoni la libertà dalle Montagne Rocciose del Colorado, imbiancate di neve.

Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.

Ma non soltanto.

Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia.

Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.

Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississippi. Da ogni pendice risuoni la libertà.

E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: “Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente”.

 

…pulizie di Pasqua?! 😉